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QdP – Paciocco: “Il Lecce è di un’altra categoria, ma il Pisa ha trovato il suo equilibrio”

Ricardo Paciocco, in qualità di doppio ex di Lecce e Pisa, parla a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) della partita che andrà in scena domani pomeriggio al Via del Mare.

LECCE-PISA-LECCE. «Una favola durata sette anni, dal 1983, quattro stagioni, una dietro l’altra nel Lecce, in prestito per un anno nel Pisa, poi ancora il Salento. Vissi all’ombra di due grandi presidenti, Franco Jurlano, Romeo Anconetani. Jurlano ci metteva l’animo, era un papà, era sanguigno e quando si incazzava ti mandava Cataldo che sapeva gestire ogni situazione. Anconetani era il top, era “il presidente”».

DOMANI LECCE-PISA. «Una partita che il Lecce deve vincere ad ogni costo. Parte ampiamente favorita, la squadra salentina, ma deve stare molto accorta, il Pisa delle ultime giornate ha trovato equilibri che prima non aveva. E’ vero che ha subito 25 gol, solo uno meno dell’Entella, ultima in classifica, peggior difesa, ma nelle ultime due giornate i toscani hanno battuto il Pordenone e chiuso la porta».

PISA DI OGGI. «Occhio alle cifre, il Pisa ha segnato sedici gol, ma ben dieci li ha realizzati in trasferta. Il Lecce che è di un’altra levatura con un organico di primissimo piano, dovrà stare molto accorto anche perché il rendimento dei leccesi sul piano difensivo è un po’ diverso rispetto a quello offensivo, dove regala gol e spettacolo e segna con i bomber e con tutta la squadra. Ma guai ad allentare le maglie, a distrarsi, il Pisa sa penalizzarti, sta lì, coperto bene sperando di trovare il colpaccio ed il Lecce per puntare alla promozione diretta deve tornare a vincere. Questa serie B è un campionato con tanta concorrenza nei piani alti, tante squadre di gran livello, e dopo il Pisa, per i miei amici salentini ci sarà la Spal che è un’altra pretendente autorevole. Le attuali distanze dalle posizioni del vertice non sono nulla, ma questo è il momento che se vai bene ti ritrovi subito in alto, se sbagli rischi di restare infangato nelle rincorse. La legge dei tre punti è spietata, ed è anche il motivo per il quale il fattore campo, che già sconta la mancanza del pubblico, ha sempre meno peso».

LECCE DI OGGI. «Tanta gente che è un lusso per la categoria, e Falco è uno sfizio per la serie B, ma per la mia esperienza dico che il singolo è determinate solo se è Ronaldo, conta il gruppo, e quando il Lecce si esprime come squadra, come gruppo solido, non c’è spazio per nessuno».

ATTUALITA’. «Vivo nel mio Abruzzo, che è considerato uno dei cinque posti del mondo dove si vive meglio, Vacri è il mio paesino con milleseicento anime fra Francavilla al Mare e la Maiella dove faccio il supervisore degli impianti di sci, mi godo questo paradiso e penso che non mi sarei trovato bene in questo nuovo mondo calcistico, così lontano dal nostro così bello, cosi vero».

RICORDI. «Ricordo quando Jurlano e Cataldo vennero a parlare con Ramaccioni per chiedere al Milan di cedermi. A sentirli parlare con quel modo colorito, tutto loro, che faceva simpatia, sembravano Totò e Peppino a Milano. Arrivai in serie B, l’anno maledetto della perdita di Lorusso e Pezzella, e l’anno dopo sbarcammo in serie A, con Eugenio Fascetti. Se ricordo bene, cruciale fu, fra gli altri, il mio gol su rigore con il quale battemmo il 24 marzo il Pisa capolista. Ricordo il gol su rigore con il Campobasso. E quel 16 giugno con il pareggio di Monza tutti in paradiso per la prima volta il Lecce in A. Poi, prima giornata in casa del Verona campione d’Italia, il gol della seconda rimonta dopo quella di Totò Nobile, per un 2-2 storico».

IL LECCE DI BARBAS E PASCULLI. «Mi invitarono ad andare a Napoli ad incontrare Maradona: “Tu capisci lo spagnolo, ci sarai prezioso”. Era come darsi un pizzicotto per svegliarsi dal sogno. Ripensare Diego adesso che non c’è più è come un vuoto dentro».

RICORDI DA DOPPIO EX. «Tanto Lecce, 130 partite in tutto, 17 gol. Ne parliamo sulla chat dei compagni di quegli anni, oggi ho sentito Ezio Rossi, Stefano Di Chiara, siamo rimasti tutti tifosi, tutti innamorati del Salento. C’era il dottore Palaia, magnifico. Quando mi mandarono in prestito in Toscana, dove c’era Beppe Materazzi allenatore, col Pisa in serie A, mi fu concesso ampio spazio. Ricordo di aver segnato al Lecce, in quell’anno. Avevo lasciato il Lecce in B e al ritorno lo ritrovai in A con Mazzone. Segnai il gol del 3-1 all’ultimo atto che valse la salvezza leccese e la retrocessione del Torino».

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Lassa fazzu ieu
Lassa fazzu ieu
3 anni fa

Paciogol, paciogl pacio pacio pacio pacio paciogol!!!!!
Ogni tanto mi ritrovo a cantarla ai miei figli.
Grande giocatore e grande uomo.

Commento da Facebook
Commento da Facebook
3 anni fa

Ciao Paciocco ??❤️

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