Con il Cittadella l’undici di Corini è tornato a macinare bel calcio, ma una vittoria meritata è stata buttata al vento dai soliti affanni difensivi. Urgono rimedi.

Mettetevi nei nostri panni: commentare i perché, i per come, le origini e le conseguenze dell’inconsistenza difensiva del Lecce sta diventando sempre più difficili. Ogni day after ci troviamo ad analizzare, da mesi ormai, prestazioni più o meno buone, contornate da una costante che, purtroppo, sta diventando davvero stancante per tutti: una retroguardia produttrice industriale di errori. E anche ieri a Cittadella, dove l’undici salentino è tornato ad esprimersi sui suoi alti livelli di gioco, le topiche difensive hanno rovinato tutto, negando ai giallorossi un successo che avrebbero meritato.

Sin dalle prime battute si era visto l’ottimo piglio di Mancosu e compagni, con 3 occasioni nei primi 7 minuti, un gol annullato ed una manovra fluida, bella, da big. Poi, al minuto 8, l’errore di Zuta che non ha saputo leggere il cross di D’Urso ed opporre anche solo una minima resistenza allo stacco vincente di Ogunseye. Eccolo lì, il lapsus del singolo che spiana la strada agli avversari e porta al Lecce il sesto svantaggio iniziale consecutivo: un’enormità.

Di lì in poi il Cittadella si è reso pericoloso praticamente in ogni discesa, cogliendo un palo, costringendo Gabriel a 4-5 parate importanti e mancando la marcatura per imprecisione in almeno un altro paio di occasioni. Per fortuna del Lecce l’ottima verve offensiva ha portato a ribaltarla e quasi vincerla, ma il punto non è questo. Come detto più volte, non si può pensare di costruire un campionato positivo sulle vittorie 7-1, 5-4 o 3-2. Tant’è vero che, come dimostrano i fatti, se prendi 2 gol non vinci mai. Basterebbe evitare così tanti errori grossolani per subire “il giusto”, direbbe uno sveglio. Purtroppo anche qui si cadrebbe nella ultra-ripetitività, ed a quanto pare queste gaffe difensive non sembrano evitabili. Roba che una a partita almeno ci deve essere sempre, dicono le statistiche delle ultime 14 gare.

Questa squadra sta dimostrando, e lo diciamo con grande malincuore, di non avere abilità difensive all’altezza della situazione. Leggendo i nomi dei singoli, sarebbe assurdo dire che solo il mercato difensori possa salvarci, ma gli interpreti in campo non stanno smentendo questa ipotesi. Semplicemente perché non stanno ponendo alcun rimedio a questo preoccupante trend, che potrebbe almeno essere contenuto se il Lecce, dalla cintola in giù, ci mettesse più spirito battagliero. Quella “cazzimma”, come dicono qualche centinaio di chilometri più ad ovest di noi, che chiunque abbia giocato anche solo 5 minuti a calcio sa bene sia imprescindibile quando c’è da ovviare ad un’altrui superiorità. “Ok, lui sarà più forte. Ma da qui, con le buone o con le cattive, non si passa”. Un pensiero che i difensori giallorossi non sembrano aver mai fatto quest’anno. Salvo quelle che, con dispiacere, siamo costretti a definire come rare eccezioni.

In conclusione, lancio una provocazione. Il Lecce ha subito un solo rigore quest’anno, tra l’altro per un goffo sgambettino involontario, ed è tra le squadre meno ammonite della B con appena 29 gialli subiti. Ma non sarebbe meglio una maggiore “ruvidità” in fase di contenimento, a costo di subire qualche cartellino ed un paio di rigori o punizioni in più, se questo vuol dire (e sappiamo bene che può volerlo dire) subire di meno. Ovviamente questo è un discorso teorico, da prendere con le pinze. Ma forse non escluso a priori, perché quando sei una grande del campionato ed hai per distacco la peggior difesa della top 10, con numeri da playout, allora qualcosa comunque va cambiato.