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Corini-Balotelli, una storia finita troppo presto…con le accuse di Cellino

Domani, il tecnico di Bagnolo Mella ritroverà Mario Balotelli, allenato l’anno scorso al Brescia. Tra i due si stava creando un rapporto di stima, rotto dall’esonero decretato da Cellino, che ai posteri ha anche “accusato” i modi “troppo dolci” di Corini con Balo.

“Io conosco bene Balotelli, abbiamo lavorato qualche mese insieme l’anno scorso al Brescia, ho cercato di spingerlo, di aiutarlo e spero che trovi la sua strada”. Così, ieri, Eugenio Corini ha parlato di Mario Balotelli nella conferenza pre Lecce-Monza, la prima per lui dopo il ritorno dall’isolamento domiciliare causa isolamento per positività al Covid.

Il 30enne ha raccolto 13 presenze sotto la gestione Corini, e dalle successive dichiarazioni del trainer si percepisce la natura del rapporto instauratosi in quei mesi passati a Torbole, sede degli allenamenti del Brescia: “Se trova continuità ha ancora tanti anni per divertirsi e per far vedere il talento che ha ma che ha espresso a corrente alternata. A parte domani, gli auguro il meglio”.

Corini puntò molto su Balotelli per la prima idea tattica delle Rondinelle. Il numero 45, che scelse il Brescia dopo l’esperienza al Nizza per puntare a Euro 2020, a disposizione solo dalla quarta giornata, godeva della massima stima, tanto da prendersi l’investitura: “Balotelli è un giocatore importante ha ritrovato una condizione psicofisica. Ha nei piedi un gol a partita”.

INSIEME. Anche se tutti poi sappiamo come è andata la storia, calcistica e non solo, Corini si aspettava tanto da Balotelli, tanto da rincarare la dose dopo la sconfitta per 0-2 col Sassuolo del 18 dicembre 2019. Tutto ciò, però, sempre con la carota e non con il bastone. Corini cercò di ricreare un Balotelli rifinitore, più assistman rispetto al trequartista muscolare Romulo, insieme a Torregrossa. Vanno sottolineati però dei particolari. Due partite prima di Brescia-Sassuolo, Corini riprese la guida del Brescia dopo l’infausto interregno di Fabio Grosso. Al debutto del Corini-bis, Balotelli siglò il gol vittoria in casa della Spal e poi, sette giorni dopo, nel 3-0 inflitto al Lecce di Liverani, Balo sembrava imprendibile: “Da Mario mi aspetto comunque 12- 15 gol. Ho sempre avuto la percezione che possa esprimere un calcio totale. Abbiamo lavorato tanto per spingere oltre il suo limite. La sua testa gli ha impedito di fare di più; lo sto facendo partecipare di più alla manovra così si diverte anche di più. Vederlo così è una grande gioia. L’ho tolto solo perché è affaticato. Lui è all’inizio di un percorso che sarà straordinario”.

CARTA IMPORTANTE. Corini “coccolò” Balotelli anche durante il ritiro invernale del Brescia a Roma, periodo in cui il tecnico cercava di imprimere l’impronta giusta, fatta anche delle linee tracciate dall’attaccante, accusato di non essere prolifico (alla fine l’anno scorso i gol totali furono 5). Corini si esprimeva così dopo un’amichevole col Trastevere: “Penso invece che questa sia una crescita da parte di Mario, che sta dimostrando tanta voglia di partecipare. E questa sua uscita dai blocchi ci permette di diversificare i nostri attacchi con tanti giocatori. Tra l’altro è molto bravo a rifinire e oggi  l’abbiamo visto ancora una volta. Mi piace questo suo modo di interpretare la partita perché è più partecipe del gioco collettivo, e comunque i gol li sta facendo lo stesso”

“CORINI? GLI HA VOLUTO BENE”. La storia di Balotelli col Brescia, come altre parentesi professionali, è finita male, e il patron Massimo Cellino, in un’intervista resa a maggio sul Corriere dello Sport, non usava mezzi termini verso il suo (ex) atleta, non mandandole a dire neanche a Corini, sollevato dall’incarico per la seconda volta dopo Bologna-Brescia 2-1 del 1 febbraio 2020. “Balotelli? Corini gli ha voluto bene –chiosava Cellino-, gli ha lasciato passare ritardi, qualche allenamento a basso ritmo, c’è un po’ di delusione, forse anche lui sarà deluso. Non è stata un’operazione mediatica, ma puramente tecnica. Avrebbe potuto darci un contributo importante. Io pensavo, perché gli voglio bene, che a Brescia si creasse un qualcosa di nuovo per lui. Siamo delusi“.

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