Arrivato due estati fa come l’elemento di esperienza che doveva consentire alla difesa giallorossa di consolidarsi in A, ha fatto bene all’inizio per poi sparire dai radar. Complice la disavventura con un insetto.

Si è conclusa nella tarda mattinata di oggi, dopo un anno e mezzo, l’avventura nel Salento di Luca Rossettini. Il 35enne è stato ceduto quest’oggi al Padova, sua città natale, che ritrova in Serie C proprio dove l’aveva lasciata nel 2007, per partire alla volta del massimo campionato. Da lì in poi quasi solo Serie A, abbracciata per l’ultima volta con addosso la maglia del Lecce, con cui non ha vissuto certo l’avventura più esaltante della sua lunga carriera.

Nonostante la veneranda età di 35 anni ed una retrocessione fresca da calciatore del Chievo, Luca Rossettini giunse al Lecce nel luglio 2019 con buone referenze. L’impiego costante che aveva caratterizzato tutte le sue stagioni dal 2010 in poi garantiva sulle sue condizioni di salute. E Liverani cercava proprio un elemento di esperienza da affiancare ai vari Lucioni, Meccariello, Benzar, Riccardi, Calderoni e Vera in un reparto che, Rispoli escluso, era a confidenza poco sopra lo zero con il massimo campionato.

L’approccio con la realtà giallorossa, al netto degli iniziali problemi del collettivo di Liverani, fu incoraggiante. Nonostante le tante reti incassate, figlie di un’arcinota predisposizione al gioco a viso aperto del tecnico romano, Rossettini risultò a più riprese tra i migliori della retroguardia leccese. L’acme venne raggiunto a fine autunno con le ottime prove, su tutte con Juventus, Sassuolo (con tanto di assist replicato una settimana dopo con la Lazio) e Fiorentina. Sempre titolare, mai sostituito se non per un acciacco nella ripresa con il Cagliari.

Poi con l’inverno, il patavino sprofonda così come tutta la squadra, e non si riprende più. L’avvio di 2020 è già un continuo affanno ad eccezione delle sole gare da difesa granitica con Inter e Torino. Già prima del Covid, dunque, si intuisce che qualcosa nell’esperto centrale non gira più come dovrebbe. A complicare tutto, poi, ci si mette lo stop forzato: di certo non una manna dal cielo per uno della sua età.

Il risultato è in una seconda metà di anno solare disastrosa. Alla ripresa non è in condizione (si parla di una preparazione-bis non adeguata) ed infatti arrivano le prime panche con Milan e Juventus. Con i bianconeri è chiamato a gara in corso per l’espulsione di Lucioni, ma il suo impatto è pessimo ed i bianconeri dilagano. A queste premesse sfortunate, si aggiunge ulteriore sfortuna.

Rossettini scompare misteriosamente dai radar. Si parla di Covid, visti alcuni sintomi come febbre alta e dolori diffusi, in realtà è qualcosa di più indefinito, che alla fine si scopre essere la reazione fisiologica alla puntura di un insetto. Una sorta di malattia tropicale, insomma. Nulla di grave per fortuna, ma invasiva quanto basta a rovinargli il finale di stagione, visto che il difensore non riesce più ad allenarsi a dovere e ad essere a disposizione. L’unica convocazione arriva nell’ultimo match con il Parma.

Nuova stagione, nuova vita? Macché. Per età e caratteristiche, Rossettini non rientra nel nuovo progetto targato Corvino-Corini ed è messo sul mercato. Il club non riesce però a chiudere per una sua cessione al Padova, rinviata a gennaio. A confermare la sua inadeguatezza al ciclo la pessima uscita stagionale, quella di Coppa a Torino, dove risulta essere l’unico non all’altezza “rovinando” la gran prova collettiva dei suoi. E’ il momento di mettersi il Lecce alle spalle. Di porre fine ad un’esperienza che tutti avrebbero voluta fosse andata diversamente.