Il calo di alcuni degli elementi ultra-utilizzati in un periodo dal calendario fittissimi ha raggiunto il culmine ieri, inducendo Corini al triplo cambio.

Quando dalla nostra tribuna stampa abbiamo visto, nell’intervallo di Lecce-Brescia, scaldare a ritmi sostenuti Majer, Henderson e Rodriguez, l’idea che vi fosse una rivoluzione tecnica sul punto di verificarsi era nell’aria. Impossibile lasciar fuori bomber Coda o uno Hjulmand in stato di grazia. Anche Bjorkengren è sembrato subito in palla, magari un po’ timido ma rapido nell’alternare le due fasi. Ed infatti triplo cambio è stato, ed il Lecce ne ha giovato tanto da sfiorare una vittoria che sarebbe anche potuta essere larga con più cattiveria agonistica, malizia e fortuna. Tre sostituzioni necessarie, dunque, perché i giallorossi giocavano con tre di meno. Tre che, non solo per colpa loro, “tiravano” da un bel po’.

TACHTSIDIS. Il regista greco, dopo aver saltato la preparazione estiva, ci ha messo pochissimo ad entrare nel clima della Serie B. Più per tecnica ed esperienza che fisicamente, in realtà, e l’impatto devastante che lo ha portato a manifestare superiorità è durato non troppo, fino a fine autunno o poco meno. Poi il calo verticale dettato dal poco ricambio di cui ha potuto godere nonché, magari, dalle scorie dei mal di pancia estivi. Bocciato l’esperimento Majer, Corini non ha visto nel baby Maselli una valida alternativa, escluso un paio di finali di partita. Così c’è voluto l’arrivo di Hjulmand per portare finalmente aria fresca e far schiarire le idee all’ex Olympiakos. Che, speriamo, possa trovare nuovamente energie.

MANCOSU. Ancor più spompato è arrivato a questo periodo il capitano giallorosso. Neanche a farla apposta anch’egli reduce da un battibecco con la società ad ottobre per disquisizioni di mercato/contrattuali, non ci ha messo molto per dimostrare di essere un lusso in Serie B. Eccessi di responsabilità, gare ravvicinate e calo fisico hanno rovinato l’idillio di un Lecce spadroneggiante e che ha inizio a zoppicare fino a non riuscire più a vincere. Con l’Ascoli un pesantissimo errore dal dischetto, poi la “pausa” di ieri che ha indotto Corini al cambiamento. Dura mantenere altri standard quando non c’è un altro trequartista naturale in alternativa.

STEPINSKI. A differenza del greco e del sardo, il polacco a Lecce non è mai davvero “esploso”. Sono mesi che Corini ed i suoi compagni lo aspettano, ne hanno avuto sporadici assaggini ma senza mai una vera continuità di prestazioni ancor più che di gol. Con i “casi” Pettinari e Falco e con un Rodriguez mai al top, il tecnico è stato costretto a proporlo sempre, ma all’inefficacia tecnico-tattica si è aggiunto, anche nel suo caso, un down di energie. Ora, dopo dieci gare da titolare di fila, è il tempo di cambiare anche a livello di undici iniziale.

GLI ALTRI. E questi tre non sono gli unici. Con Calderoni out e Gallo forse non ancora pronto, anche Zuta sulla corsia mancina è in riserva. Non al top anche Coda, che rispetto a Stepinski si è “riposato” dopo il rosso di Reggio ma giocando nel complesso più minuti, senza adeguate alternative. Ecco perché questa squadra ha bisogno del gruppo, della coesione, della motivazione globale che faccia tenere tutti carichi e pronti all’utilizzo. In caso contrario, sarà sempre più dura.