Il Lecce, reduce da due match pressoché dominati, a Venezia soffre, combatte e riesce ad avere la meglio di una rivale forte ed in palla.

Se i successi roboanti con Reggiana e Chievo hanno fortemente rilanciato le quotazioni del Lecce, dal Pier Luigi Penzo di Venezia sono giunte indicazioni forse ancor più incoraggianti per un allenatore. Eugenio Corini ha infatti visto ieri una squadra, la sua, costretta a stare sul pezzo dal primo all’ultimo secondo dall’abilità avversaria. L’ha vista soffrire, giocare bene, lottare, reagire. E vincere.

Sì perché se nelle due precedenti gare i giallorossi hanno potuto mettere in mostra le proprie qualità contro un avversario assente (Reggiana) e per metà disastroso (Chievo), stavolta il match è stato combattuto eccome. Non c’è stato un solo minuto dello scontro diretto di ieri in cui una delle due squadre ha mollato la presa cedendo lo scettro all’altra. Parità nelle occasioni, parità nel possesso palla, parità nei contrasti vinti. La differenza l’ha fatta il maggior carattere di un Lecce che, grazie ad una ritrovata mentalità da big, è riuscito ed esprimere i propri punti di forza al momento giusto. Proprio questa caratteristica, ben più della fortuna, è mancata a cavallo tra vecchio e nuovo anno.

Chi più (Coda, Pettinari, Gabriel, Pisacane, Gallo e Hjulmand), chi meno (Lucioni e Mancosu), un po’ tutti in casa giallorossa hanno fatto il loro in un disegno tecnico-tattico ben preciso. Eugenio Corini ha potuto così toccare con mano il salto di maturità fatto dai suoi, che non a caso hanno ottenuto la prima vittoria contro una squadra occupante una delle prime quattro posizioni in classifica.

Difficoltà del genere, forse anche di più, costelleranno il calendario del Lecce da qui a fine a stagione. Ora, però, i salentini potranno giocarsi le loro chance appieno. Con maggiori certezze e consapevolezze.