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Lepore a CL: “Monza-Lecce? Mi aspetto una gara apertissima, forse non la guarderò perché…”

A meno di ventiquattr’ore da Monza-Lecce abbiamo ascoltato l’ex capitano giallorosso Checco Lepore, doppio ex dell’incontro in programma domani alle 14.

A gennaio ti sei trasferito dal Monza alla Triestina, dove hai ritrovato continuità di rendimento all’inseguimento della tua sesta promozione in carriera (due con il Varese, due con il Lecce e una con il Monza). Come giudichi questi mesi? 

“La stagione è stata positiva, tutto sommato sta andando bene e a livello personale sono contento anche per i due gol e due assist firmati. Ora abbiamo concluso la regular season col pareggio di ieri con il Mantova e ci toccherà affrontare i playoff. Li affronteremo con consapevolezza nei nostri mezzi e con la speranza di regalare un sogno a noi stessi, alla città di Trieste e alla società Triestina. Possiamo fare dei grandi playoff e abbiamo tutte le carte in regola per dire la nostra. Sicuramente il Girone C resta sempre il più tosto, qui c’è tanta qualità in ogni squadra ma vincere al Sud resta sempre un’impresa più difficile”

Monza-Lecce, in programma domani alle 14, rappresenta la partita tra le due squadre che hanno caratterizzato l’ultima parte della carriera. Guarderai la gara in tv?

“Non so se riuscirò a guardarla. Domani ho in programma un’ecografia per valutare l’entità di un mio dolore al polpaccio e, in caso di risultato positivo, dovrò tornare ad allenarmi in vista del playoff contro la Virtus Verona in programma domenica. Spero, paradossalmente, di non poterla guardare perché voglio assolutamente partecipare a una gara secca in cui ci giocheremo il passaggio al turno successivo. Sarò comunque attento all’esito che uscirà dalla gara, m’interessa tantissimo ovviamente”.

Hai salutato il Lecce nell’inverno del 2019 per partecipare ai primi passi della crescita del Monza. Cosa conservi dei due anni in Brianza?

“L’esperienza di Monza è stata bellissima. Giocare in una società coordinata da Berlusconi e Galliani mi faceva sentire già in A, per un giocatore era come un sogno. Anche in Lega Pro c’era un’organizzazione da massima serie. C’è tutto per far bene lì”.

A gennaio, hai rischiato di percorrere la strada in senso inverso, tornando in giallorosso…

“Sarebbe stato fantastico tornare per la terza volta a vestire la maglia del Lecce, ma l’affare non si è poi concretizzato. In ogni caso, va bene così, si va avanti. L’amore per la mia città, la mia gente e i bei ricordi per l’essere stato capitano e protagonista con il Lecce resteranno sempre”.

Che gara ti aspetti domani? L’alta posta in palio e il finale particolare di campionato condizioneranno l’approccio delle due squadre? 

“Sarà una partita a viso aperto da entrambe le squadre, entrambe le formazioni hanno dimostrato di essere propositive, non giocando mai chiuse. Il Lecce gioca bene contro avversari che non lo aspettano nella propria area, ma con il Monza sarà difficile: anche loro si esaltano in situazioni così. Sarà una gara apertissima. Abbiamo visto la qualità dei biancorossi, capaci di vincere uno scontro diretto all’Arechi di Salerno nonostante diverse assenze. Saranno importantissimi i cambi, con poco riposo e in un tour de force così ravvicinato si gioca in sedici e non in undici”.

Corini ha dimostrato di essere l’uomo giusto per riportare in alto il Lecce dopo la gestione di Liverani. Cosa ne pensi del mister? 

“Personalmente non ho mai avuto il piacere di essere allenato da mister Corini, però c’è stato il suo interessamento per me dopo Alessandria-Lecce, il Quarto di Finale playoff che perdemmo ai rigori. Il mister era allo stadio Moccagatta, voleva portarmi al Novara. Mauro Meluso mi avvisò dopo il contatto, ma rimasi a Lecce perché volevo inseguire la promozione in Serie B, raggiunta poi l’anno dopo. Lo volevo io e lo voleva il club. Porterò addosso per sempre la data di Lecce-Paganese 1-0, 29 aprile 2018. Ce l’ho tatuata sul braccio sinistro. Affrontai il Brescia di Corini con il Lecce in B, giocai titolare lì al Rigamonti. Vedendo delle partite, e sentendo il racconto di Tartaglia, ora mio compagno a Trieste e a disposizione di Corini al Novara, ricevo l’immagine di un bravissimo allenatore. Le sue squadre hanno un’identità forte”.

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Vitantonio
Vitantonio
2 anni fa

Ancora stu sacramento de porta spurchia!

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