La Gazzetta dello Sport ha realizzato un’intervista con il classe 2000 dei neroazzurri, entrato già nei radar di Roberto Mancini dopo le 6 reti realizzate in 7 presenze.
L’ASCESA. “Riesco a farmi notare solo ora? Perché, come mi disse Alessandro Malagrinò, l’allenatore che a un certo punto mi portò nei Dilettanti, dovevo fare un passo indietro per farne poi tre in avanti. Sono maturato fisicamente e mentalmente solo negli ultimi anni. Prima ero parecchio più basso e non pensavo che sarei diventato davvero un calciatore”.
IL GIOCO DI D’ANGELO. “Al Pisa tutti giocano per tutti. Pensiamo come squadra, non come singoli. Sono stato convintissimo fin da subito di venire qua, perché mi avevano detto che c’era un gruppo di giocatori unito, nello spogliatoio prima ancora che in campo. Certo che mister D’Angelo, col suo calcio, mi aiuta: succede che in una partita non si creino tante occasioni, quindi devi essere bravo a procurartele tu, come sono riuscito a fare io sabato scorso contro la Reggina, riuscendo a conquistarmi un rigore. Ma diciamo che, in genere, il Pisa riesce sempre a creare qualche occasione in più degli avversari”.
CATEGORIE DIVERSE. “Di sicuro in B la cifra tecnica è più alta. Atleticamente non c’è tanta differenza, a cambiare è soprattutto la velocità di pensiero e, di conseguenza, delle giocate. Questo non vuol dire che la Serie B sia complessivamente più difficile: in C gli spazi sono più stretti e volano calcioni appena ti giri verso la porta. Per me era molto più complicato, eppure nella passata stagione ho segnato 14 gol. E sarebbero stati di più se non avessi preso il Covid. Ora però ho più spazi per giocare. Posso girare per il campo, andare dove voglio”.
SERIE A. “In A, negli ultimi 25 metri di campo fino alla porta avversaria, devi essere forte forte per giocare”.
MODELLI. “Papà mi riempiva di videocassette di grandi centravanti: Ibrahimovic e Trezeguet soprattutto. Oggi chi sono i tre più forti? Ancora Ibra, per me il più forte in assoluto nella storia del calcio, almeno per quelli che visto io. Poi metto Dzeko e Lewandowski… Anzi no, Haaland è meglio”.
QUALITA’ E DIFETTI. “Quando ho il difensore attaccato alle spalle, so come aggirarlo. So difendere bene la palla. Credo di avere una buona tecnica, anche se non basta mai. Devo imparare a stare sempre in partita. Ogni tanto mi distraggo, non mi arriva la palla e mi spengo”.
Veramente forte. In estate lo avevano accostato anche al Lecce, ma costava troppo e poteva arrivare solo in caso di partenza di Coda verso Parma. Peccato.
Prossimo anno ti contatterà Corvigno verraisicuramente a Lecce,qua potrai fare finalmente una bella cura di pasticciotti
Se se… per l’uliveto a vernole…
Camina….ane…mendularu