I numeri assoluti sorriderebbero ai giallorossi, che però vantano anche la maggiore capienza e non avevano dati così bassi dai tempi di Tesoro.

Terzo in classifica in Serie B, il Lecce continua invece a guidare da tempo la graduatoria relativa alla media spettatori. I 6556 appassionati presenti al Via del Mare con il Cosenza hanno infatti tenuto pressoché intatto il dato complessivo che parla di 6572 paganti a partita fino ad ora. Numeri che tengono il club salentino ben distante dagli inseguitori: la Reggina seconda non va oltre le 5937 unità.

Se però i numeri assoluti parrebbero soddisfare una piazza calda ed affamata di giallorosso come quella leccese, le cose cambiano contestualizzando il tutto. Intanto in relazione alle possibilità di un impianto, il Via del Mare, che vanta una capienza decisamente da Serie A: 29533 posti disponibili, per una percentuale di occupazione inferiore di appena 22%. Restrizioni, paure, difficoltà economiche: tutti fattori che influiscono certamente, ma che non bastano a giustificare la necessità di una svolta nella prese di responsabilità della tifoseria.

E’ fisiologico che anche chi ci mette tempo e denaro si senta un attimino nella condizione di chiedere qualcosa in più alla sua gente. Soprattutto se pensiamo che, nell’era Sticchi&co, i numeri più bassi parlavano di una media di oltre 9mila spettatori (era la C 2015/16 con Asta e Padalino). Era dal 2015, ultimo anno sotto la presidenza di Savino Tesoro, che non si registrava un’affluenza più bassa con soli 4200 di media. Per fare degli esempi relativi a squadre che facevano parte degli stessi campionati ieri come oggi, nonostante il Covid il Benevento ha leggermente aumentato i propri spettatori, il Cosenza li ha raddoppiati e la Reggina triplicati. Casi diversi perché diversa la storia recente dei club, vero. Ma il tifo, il sostegno, la presenza dovrebbe andare sopra ogni classifica, ogni acquisto, ogni momento. O almeno così si dice.