Il faro del centrocampo di Baroni è un riferimento anche nelle giornate in cui è meno in palla. Merito di un atteggiamento esemplare che fa il paio con qualità importanti.
Che Morten Hjulmand si sia preso il Lecce non è certo novità di oggi. Il danese dall’impatto pazzesco di un anno fa è stato protagonista di un cammino in crescendo che lo ha reso preso faro della manovra, idolo della piazza e riferimento per i compagni. Tecnicamente e tatticamente, certo, ma non solo.
Ciò che più piace del classe 1999 con il fare da veterano è l’atteggiamento, quella mentalità dedita al sacrificio ed al non risparmiarsi mai che è fondamentale per chi vuole giocarsi tutte le sue carte per raggiungere un risultato. Il famoso “non lasciare nulla di intentato”, per intenderci. Ed un esempio di tutto ciò si è avuto anche in una gara non certo positiva come quella con il Cittadella.
Anche Hjulmand, come tutti gli elementi in maglia giallorossa a giudicare dal colpo a freddo preso e dal ritardo nel movimento tra i reparti registratosi e costato caro, non è sceso in campo con il piede giusto. Nella fattispecie, l’ex Admira Wacker ha dapprima mancato l’intesa di passaggio con Gargiulo favorendo la ripartenza granata, poi chiuso in ritardo su Antonucci per una distanza da Lucioni maggiore di quella che sarebbe dovuta essere. Un errore riconosciuto dagli stessi interpreti. Un errore che ha inciso, ma che può accadere.
Ed è giustificabile soprattutto perché, superato lo scotto della defaillance, la reazione è stata da leone vero. Hjulmand è stato magari non l’unico, ma di certo quello che meglio e con più lucidità ci ha messo la voglia di lottare per raddrizzare una gara nata storta, ma recuperabilissima. Recuperi a non finire, contrasti cruenti e precisi, tiri dalla distanza ed inviti utili come quello per Coda-gol a bissare l’asse dell’importante vantaggio di domenica con il Crotone.
Fosse stato “seguito” da tutti i suoi compagni in questo crescendo di grinta e voglia di stare sul pezzo, quasi certamente l’esito di un match così delicato sarebbe stato un altro. E sarà anche per questo che il glaciale danese ha lasciato per una volta (ma mica tanto) il suo tipico aplomb nordico per una rabbia tutta mediterranea che lo ha portato ad urlare ed imprecare senza soluzione di continuità dal fischio finale dal lato opposto del campo fino all’ingresso degli spogliatoio. Un tenerci senza riserve molto apprezzato dai tifosi, che gli hanno tributato un applauso guadagnato con il sudore. Il quale, questa è una certezza, mai mancherà quando scenderà in campo in maglia giallorossa.
Tra lui, lo svedesino, e Helgason pagati per l’acquisto totale come 6 mesi di stipendio di Gaston Ramirez. Un 2000 un 1999 un 98 ! Così si costruisce il futuro di una società. e chi critica in maniera offensiva capisce poco ! Forza Lecce !!!!
Hjulmand .. il gladiatore… 💪💛❤🔝
Deve imparare a proteggere il pallone con il corpo e allenarsi con i tiri in porta
Davvero davvero forte
Bjorkgren al posto di Helgason se vogliamo gente che lotta…
Grande Hjulmand sei tra i migliori di questa squadra, un grande gladiatore.