
Prima Meluso e poi Corvino hanno dato fiducia alle guide tecniche anche nei momenti difficili, raggiungendo gli obiettivi due volte su quattro.
Che il Lecce di Sticchi e soci fosse tutto tranne che un club mangia-allenatori è elemento lampante. Lo è stato nelle difficoltà affrontate agli albori di una nuova era, quando si passò da Asta a Liverani poco tempo, e lo è diventato ancora più in epoca recente, quando ogni tecnico ha avuto intere stagioni per esprimersi, mettersi alla prova. Cercando, quindi, di ottenere obiettivi a volte falliti, ma altre capaci di scrivere la storia come è stato per Marco Baroni.
Il tecnico di Firenze è stato il terzo allenatore, in quattro anni di fila, ad avere un campionato intero giustamente a disposizione per portare a termine il proprio per corso. Il primo fu Liverani, che nel 2018/19 diede continuità al successo in C (quando subentrò alla quarta giornata a Robertino Rizzo) ottenendo la seconda promozione di fila. Il tecnico romano ha avuto poi l’opportunità di giocarsi la salvezza in A che avrebbe meritato, fallendola solo all’ultimo turno. Infine, prima del trionfante anno targato Baroni, il terzo dei quattro di fila senza esoneri in corso ha visto in sella Eugenio Corini, che di difficoltà ne ha incontrate tante incassando sempre una fiducia che per poco non valeva la Serie A, fino al crollo dell’ultimo mese.
Ma da quanto non accadeva che a Lecce si registrassero quattro annate di fila senza avvicendamenti al timone in corso d’opera? Dal quadriennio 1987-1991, quando alle tre stagioni trionfali di Carlo Mazzone seguì quella di Zigbniew Boniek, che a causa di un finale pessimo mancò una permanenza che sembrava alla portata. Per trovare cinque stagioni senza esoneri, infine, bisogna risalire ad inizio anni ottanta con i campionati guidati, in serie, da Di Marzio, Corso e Fascetti (per tre).
