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Zeman: “Allenerò finché continuerò a divertirmi. Mi cercarono Real Madrid e Barcellona…”

L’allenatore del Foggia, guida tecnica del Lecce nel 2004/2005 e per una parte della stagione 2006/2007, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha ripercorso tematiche e incroci di una carriera.

LA SERIE A APPENA CONCLUSA. “Dopo tanti anni si è vissuto un campionato incerto, e questo lo ha reso certamente avvincente. A un certo punto sembrava che non lo volesse vincere nessuno, con Milan, Inter e Napoli che facevano a gara per consegnarlo agli avversari. Meriti per il Milan? Lo ha detto il campo: chi fa più punti ha sempre ragione. Quindi sì, il Milan ha vinto lo scudetto meritatamente: è uscito meglio alla distanza. Inter? Risultati come Bologna-Inter li hanno avuti anche Milan e Napoli. Anzi, io penso che debba rammaricarsi più il Napoli che l’Inter per l’occasione persa. Per me, e sottolineo per me, era il Napoli la squadra favorita. Di partite come quella che ha fatto l’Inter a Bologna ne ha sbagliate tre, tutte in casa consecutivamente, a metà campionato (Atalanta, Empoli e Spezia). Senza quelle tre sconfitte sarebbe stato un altro campionato. L’allenatore che mi piace di più in serie A, come mentalità, è Italiano della Fiorentina “.

JUVENTUS. “Nessuno si aspettava un campionato così della Juventus, ha pesato soprattutto la falsa partenza. Poi, però, la spiegazione si trova: la società nella scorsa estate non ha fatto investimenti e se non investi poi è difficile che raccogli”.

IL CALCIO ITALIANO E IL GAP CON INGHILTERRA E SPAGNA. “Il calcio, non solo italiano, ha grossi problemi dal punto di vista economico. E le società tentano di limitare le perdite vendendo i migliori giocatori. La spiegazione è semplice e non riguarda solo la Serie A. Il distacco? Vero in parte: con la Premier League inglese la Serie A non può competere, sia per le differenti entrate sia per gli azionisti delle società inglesi. Ma la Spagna ha gli stessi problemi dell’Italia. Basti pensare al Barcellona e non solo perché non ha potuto trattenere Messi: oggi gioca con ragazzi del 2003 e del 2004 del vivaio. I soldi non sono tutto? Nella Champions attuale c’è molto equilibrio nelle sfide decisive: può capitare di essere eliminati pur giocando meglio. Ma per me Guardiola resta ancora il miglior allenatore d’Europa”.

MANCINI E LA NAZIONALE. “Mancini ha cominciato molto bene la sua avventura in nazionale, culminata con la vittoria agli Europei. Certo pesa la mancata qualificazione ai Mondiali che, però, è legata a due rigori sbagliati, non dimentichiamolo. Per vincere deve girare tutto alla perfezione, fortuna compresa. Infatti il giudizio positivo su Mancini va oltre la vittoria: ha fatto un buon lavoro e lanciato molti giovani. Un’italiana in fondo in Champions? Non è così, la speranza c’è: l’Inter quest’anno ha vinto a Liverpool e ricordo ancora una partita di qualche anno fa in cui la Juventus meritava di eliminare il Bayern che era ritenuto più forte. Ripeto, c’è molto equilibrio nelle sfide a eliminazione diretta e non sempre vince chi merita. Con due partite secche non è come in campionato, conta anche la fortuna”.

SUPERLEGA UNA SOLUZIONE. “No, perché alla gente non piacerebbe. Alla gente continuano a piacere i campionati nazionali, come dimostrano anche gli stadi tornati pieni. Speriamo che duri questo momento e che non sia dovuto solo alla fame di calcio dopo due anni di chiusura. Al calcio in tv non si può rinunciare perché il sistema vive di quegli introiti, ma se le squadre giocano bene richiameranno sempre spettatori sugli spalti”.

VAR. “Tendenzialmente dovrei essere contrario alla Var, perché a me piace un calcio più umano dove sbagliano sia i calciatori che gli arbitri. Però c’è stato un periodo in cui, anche senza Var, il calcio non era umano, perché gli errori arbitrali non erano per tutti. E allora dico benvenuta alla Var”.

LE POLEMICHE CON MOGGI PRE CALCIOPOLI. “Avrei fatto una carriera diversa? Sì, rifarei tutto, per il bene del calcio. Non so quale sarebbe stata la mia carriera se non lo avessi fatto; so, però, che nel mio secondo anno alla Roma, nel ’99, arrivammo quinti ma contai 21 punti sottratti per errori arbitrali. Avrei vinto lo scudetto? Beh 75 contro 71…All’epoca non ero accettato dal sistema. Per lo meno in Italia. In quegli anni mi cercarono Real Madrid e Barcellona ma io non presi in considerazione le loro offerte perché avevo un impegno morale con la Roma. Se ebbi altri contatti in Italia? Con l’Inter, dopo il secondo posto con la Lazio. Ma fecero altre scelte”.

LAZIO, ROMA E SINGOLI. “Sono stato bene sia alla Lazio che alla Roma. Posso dire, però, che la tifoseria della Roma è più numerosa, calda e vicina alla squadra. Signori e Totti? Sono stato sempre e lo sono ancora dalla loro parte, si tratta di due ragazzi che fanno parte della mia storia calcistica. Signori l’ho visto nascere calcisticamente a Foggia ed esplodere alla Lazio, Totti l’ho visto prima esplodere e poi rinascere alla Roma nella mia seconda esperienza in giallorosso, quando qualcuno avrebbe voluto venderlo. Non posso scegliere tra i due”.

LA POLEMICA CON MOURINHO. “Da parte mia non c’è stata alcuna polemica, ma semplici constatazioni: prima del derby la Lazio era più in forma, ma non sempre vince chi sta meglio; e la Conference è un torneo nuovo a cui partecipano squadre di minore importanza rispetto a quelle di Champions ed Europa League. Mou ha detto che ho vinto solo due campionati di B? Anche questa è una constatazione: è vero che ho vinto solo due campionati di B”.

FOGGIA ZEMANLANDIA. “Sì, mi fa piacere. Perché ho sempre pensato che i risultati sono importanti ma devono arrivare attraverso prestazioni che facciano divertire la gente. E se a Foggia ho appena concluso il mio ottavo campionato, sarà stato così. Il nono? Non dipende da me, ma da cosa vuole fare la società: ho un contratto fino al 30 giugno e fino ad allora ogni giorno è buono per vedersi e decidere. Un’altra Zemanlandia? Si può far tutto, quando ci sono le condizioni. E 30 anni fa il calcio italiano era anche molto più competitivo. Obiettivo il ritorno in Serie A? Non inseguo questo record, il mio obiettivo è più facile da spiegare: allenare finché continuerò a divertirmi e finché qualcuno mi permetterà di sedermi in panchina”.

 

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1 anno fa

Silvestro Soleti… veramente Baroni lo volevano mandare via già da qualche mese… Adesso quelli che dicevano…Baroni abbande…moi ticenu cu resta…Allora…Baroni non è un allenatore di serie A…i giocatori che abbiamo non vanno bene per la serie A… Cambiamo anche la Società…e non se ne parla più.

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1 anno fa

Tieniti libero per il dopo baroni. Al massimo dopo 5 giornate

Mimmo
Mimmo
1 anno fa

Che anni a Lecce, cercare di fare sempre un gol più degli altri. Puro divertimento

MarcoMc
MarcoMc
1 anno fa
Reply to  Mimmo

…e anche bestemmie a catena.
Il calcio di Zeman è e rimarrà il più bello e inimitabile ma è tale quando non allena la tua squadra

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