L’ex attaccante del Lecce, ora 39enne, sarà presente davanti al giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce per difendersi dall’accusa di non aver dichiarato al Fisco guadagni per circa 13milioni di euro.
Proseguono le vicissitudini giudiziarie per Mirko Vucinic. Nel riportare la notizia, l’edizione online del Nuovo Quotidiano di Puglia ripercorre la vicenda, partita dal sequestro di beni del 20 novembre scorso eseguito dalla Guardia di Finanza di Lecce. Il provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha sancito anche la competenza territoriale respingendo la tesi della difesa, secondo cui Vucinic avrebbe dovuto pagare quelle tasse agli Emirati Arabi perché attinenti al suo periodo di militanza all’Al Jazira. Il verdetto è stato confermato dalla Corte di Cassazione perché Vucinic “ha mantenuto in Italia il centro dei propri interessi, come evidenziato, tra l’altro, dal fatto che la famiglia non avesse mai trasferito la residenza da Lecce”. In più “gli Emirati Arabi siano un Paese a fiscalità privilegiata tale da far operare la presunzione relativa di residenza in Italia. Per verificare quale Paese debba ritenersi di effettiva residenza sono stati presi in considerazione alcuni criteri tra cui ‘il possesso di un’abitazione permanente, il centro degli interessi vitali e il luogo in cui si soggiorna abitualmente’. Per dimostrare che Vucinic avesse mantenuto effettivo e sostanziale domicilio in Italia per almeno 183 giorni all’anno”.
L’ex calciatore risponde di non avere indicato 3 milioni 247mila euro nel periodo di imposta 2014, su sui sei milioni e mezzo complessivi. Quattro milioni e mezzo su cinque e mezzo, per l’anno seguente. Quattro milioni e mezzo per il 2016, a fronte di una dichiarazione di non avere guadagnato nulla in quel periodo. Per il periodo di imposta 2017 si parla di quasi un milione e 300mila euro sottratto al calcolo delle imposte.
La difesa, si legge, ha sostenuto che la presenza in Italia di Vucinic in quegli anni fosse stata occasionale e che il contratto siglato con l’Al Jazira Club regolasse anche la contribuzione da versare al Fisco di Dubai. La Procura, invece, ha invece ritenuto che ci fossero fonti di prova sufficienti per sostenere che gran parte del suo tempo lo avesse trascorso in Italia per curare i suoi interessi e gli affetti. In più, la presenza in Italia è stata anche una conseguenza dell’infortunio ad un ginocchio che ha messo fine prematuramente alla carriera.
