Le statistiche della gara persa ieri sera contro la squadra di Nicola denotano il peso degli svarioni difensivi sulle due reti già concesse alla mezz’ora e, dall’altra parte, il peso del mancato colpo del pari già nel primo tempo
Il paradosso dei numeri è la prima lettura di Lecce-Salernitana 1-2. I salentini hanno raggiunto il record di pericolosità offensiva di questo campionato: 2.09 di xG in una gara persa in casa. E, ancor più paradossalmente, quasi nella totalità in un primo tempo dove sarebbe potuto arrivare il 2-2, episodio che avrebbe rimesso la gara sui binari dell’equilibrio. Nel secondo tempo, la Salernitana si è chiusa a difesa della porta di Ochoa e il Lecce, come accaduto a Verona, ha palesato difficoltà ad attaccare uno schieramento ben arroccato e attento a chiudere le tracce sulle fasce. Gli ospiti hanno confezionato 6 tiri in porta su 8 e 0.96 di xG. Fatta eccezione per il tiro da fuori di Di Francesco (0.25) e altri sussulti minori, il team Baroni ha raccolto 1.71 di xG in 45′, molto di più del primo tempo di Lecce-Milan (0.97) e Lecce-Atalanta (1.22).
Ma cosa vuol dire questo dato? Oltre agli svarioni di Pezzella sulla staffilata di Dia al 3′ e della difesa sul raddoppio di Vilhena, il Lecce non ha capitalizzato ottime situazioni offensive. Le più ghiotte, dopo il colpo di testa di Umtiti (0.16) sono capitate tra i piedi di Colombo. L’ex Milan, al 33′ in pochi secondi si è visto respingere il piazzato da Sambia (0.26) per poi coordinarsi male al volo (0.18). Ciò poca roba rispetto al pallone alzato in aria dopo la respinta di Ochoa al 37′ dopo il tiro di Oudin (0.62). Quando subisci gol così e poi non capitalizzi tante occasioni, anche una prestazione ben centrata non può portare al massimo dei benefici. Come successo al Bentegodi, il Lecce ha avuto la maggior percentuale di possesso palla: 57 a 43 percento. Stesso discorso sul numero dei passsaggi: 541 (82% di precisione) a 324 (74%).
I numeri, quindi, sanciscono l’alto peso degli episodi e la difficoltà del Lecce di attaccare una difesa schierata. Con il passare dei minuti, la Salernitana ha recuperato le certezze tuffandosi sul campo libero lasciato dagli attacchi di posizione giallorossi: ben 20 nella ripresa con solo 4 conclusioni partorite. I calciatori dell’Ippocampo hanno stravinto le percentuali dei duelli difensivi (74%-64% nella ripresa, 73%-66% totale) e intercettato ben 48 palloni, meno dei 52 di un Lecce che comunque, come spesso accade, è rimasto compatto anche nelle ripartenze subite sull’1-2.
La Salernitana l’ha vinta, senza un minimo di gioco, splicemente con la forza del suoi attaccanti. I nostri inesistenti ma non in questa partita da sempre.
Colombo lento e macchinoso incapace di saltare l’uomo .Cesay ricorda haime’ un certo Babacar.
Urge una punta da serie A.
Peccato non aver tenuto Coda
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un momento storto capita quando giochi in serie a…..
Senza punte nn ne vinci partite
Che teneri che siete waglio mi fate tenerezza….hahahah hahaha hihihi ahahahaha hihihihahahahahihi
Un conto perdere con la Salernitana, un conto perdere col Perugia ultimo in B.
Ora miraccomando facciamo risuscitare pure la Cremonese che ancora non ne ha vinta una!!!
DDG ok!
Non abbiamo un Coda!
Era lecito scommettere su Colombo e Cesay ad inizio stagione. I fatti si sono poi purtroppo incaricati di mostrare che il primo sa soffrire ma non produrre e capitalizzare, mentre il secondo deve ancora riuscire a comprendere di che sport si tratta. Non è colpa della Società: colombo è un buon prospetto, crescerà, e Cesay si sveglierà prima o poi. Ma noi abbiamo una urgenza. Abbiamo un problema di finalizzazione, produciamo un’imponente (e sfiancante) mole di gioco che si traduce in poche conclusioni nello specchio. Proprio contro difese arroccate serve poter contare sull’ariete d’area di rigore, che difende la palla spalle alla porta e poi sa girarsi e concludere a rete senza guardarla. Serve sapere che c’è un angale svettante in area e che i nostri esterni possono in qualsiasi momento crossare e c’è un angale che ci metterà la testa e creerà scompiglio.
Ci serve una PUNTAZZA. Mentre sbaglia chi invoca un altro centrocampista: capitan Hiulmanda basta e avanza, è solo che quando prendiamo gol a freddo la squadra perde lucidità e lui deve abbassarsi a limitare i danni e non riesce ad impostare.