
La conferenza stampa a conclusione del mercato del Lecce del direttore dell’area tecnica Pantaleo Corvino
APPROCCIO DI MERCATO. “Dopo ogni sessione di mercato ci vediamo per fare il punto della situazione, fare delle analisi e delle considerazioni tenendo conto di alcune premesse doverose da parte nostra. Quella invernale è la sessione più difficile, perché ci sono tanti fattori da considerare. A inizio mercato avevamo 15 punti in 15 gare, partiti da matricola e circondati da tanto scetticismo. Eravamo al di sopra delle aspettative di tutti. Ora ci troviamo a 20 punti in 20 partite, quindi con la stessa media. Quando parti da queste considerazioni devi tenere sempre conto di un equilibrio, guardando positività e criticità. Visto che si faceva bene il primo obiettivo era sempre quello di mantenere i migliori, rinunciando anche ad opportunità economiche. Le criticità erano invece nei giocatori che giocavano poco e volevano andare a misurarsi altrove e che sono stati accontentati poiché ci è stato chiesto tutto a tempo debito”.
FRECCIATA A TUIA. “Restare nel Lecce deve essere un onore, in questo siamo arroganti, chi non vuole restare va accontentato a meno che non ci siano dei bisogni di squadra che vanno davanti al singolo. In questo noi dobbiamo essere dei gestori che tengono tutti i fattori in considerazioni, non siamo dei burattinai. Chi ci ha chiesto per tempo di andar via ed aveva offerte arrivate in tempo è stato lasciato andar via, mentre chi lo ha fatto in momenti diversi non poteva essere accontentato perché il bene del Lecce viene prima ed i tempi sono importanti per noi. Un marcatore, il terzo nelle gerarchie, ci ha chiesto di andare via perché c’era una squadra che lo voleva gratis. Gli abbiamo chiesto il tempo di sostituirlo sempre gratis, come abbiamo fatto con Ceccaroni e Romagnoli. Tuia ci ha chiesto il sabato di andare via, eravamo solo in tre e gli ho chiesto di trovare il sostituto. Non volevamo tenerlo scontento e ci siamo adoperati per entrambi. I sostituti li abbiamo trovati, addirittura due, nell’interesse di tutti. I social? Non abbiamo tempo per guardarli, mi è stato segnalato un certo messaggio, quello del burattino ed un burattinaio. Mi sembra una cosa normale, in ogni aspetto della quotidianità c’è chi dà delle linee guida perché ha delle responsabilità. Noi abbiamo agito in questo senso, se qualcuno si sente burattino non è un problema nostro”.
RINFORZI. “Quando devi operare sul mercato non sempre puoi fare come vuoi. Noi abbiamo cercato sempre di essere attenti, facendo il nostro meglio per migliorare una squadra che comunque stava facendo bene. Però ogni persona attenta ha visto com’è stato questo mercato, certo non solo per il Lecce. Il mercato offriva questo, noi dove abbiamo potuto abbiamo operato si vedano i primi giorni di mercato, in cui siamo intervenuti subito. Mancavano un terzino destro ed un centrocampista offensivo e li abbiamo presi subito, non è che chi agisce all’ultimo può essere considerato più bravo di chi lo fa all’inizio. Abbiamo preso subito Cassandro e Maleh, uno che ha fatto 35 partite con chi è andato in Europa”.
FIDUCIA. “Per noi era doveroso dare fiducia a questa squadra, perché se lo meritava, a fine campionato poi ci direte se avremo fatto bene a credere in questi ragazzi oppure no. Su questo si potrà discutere. Il mercato però non ci offriva la possibilità di fare altro per migliorare questa squadra”.
GIOVANILI. “Quanto teniamo alla prima squadra teniamo al settore giovanile e si è visto. Vogliamo, come fatto in passato, creare risorse tecniche che arrivino dal settore giovanile. Quindi pur essendo in equilibrio economico e sostenibile abbiamo fatto il massimo in entrata. In campionato abbiamo alle spalle squadre che da anni, senza pause, investo nel settore giovanile. Nonostante avevamo una rosa molto a rischio siamo lì. Oltre alla Primavera anche con l’Under 18 ci stiamo mettendo in evidenza”.
HJULMAND. “E’ a scadenza 2025, abbiamo il diritto unilaterale di rinnovare il contratto e la stessa cosa è per Strefezza”.
CENTROCAMPO E ATTACCO. “Abbiamo provato a migliorare la squadra dove potevamo. Per questo siamo arrivati prima di tutti su Maleh, pensate fossimo arrivati alla fine uno come Maleh in quanti ci sarebbero arrivati. Ciononostante c’è stato un ingresso graduale perché la squadra faceva bene. Negli altri ruoli devi fare il conto con la realtà. Quando vedi sul mercato che non ci sono giocatori meglio di quelli che hai, in base alla tua possibilità, capisci che stai bene così. In poche altre squadre le punte centrali non hanno fatto più gol, men che meno sugli esterni. Teoricamente tutto è migliorabile, poi però devi fare i conti con la realtà e con quello che si può fare concretamente”.
CRESCITA GIOVANILI. “Il ciclo d’oro di vent’anni fa iniziò con il mio arrivo al Lecce. Scelsi uomini che hanno fatto la storia e stavolta ho provato a fare la stessa cosa. Il fatto che si stia parlando bene di noi vuol dire che è stiamo facendo sia risultati che risorse tecniche, vedi Gonzalez. Siamo convinti che molti altre potranno percorrere la strada dello spagnolo. A capo c’è chi crea una metodica di lavoro, sceglie gli uomini, i calciatori su cui puntare ed il lavoro da fare. Questa è la cosa più importante per un club come il Lecce. I migliori salentini giocano con noi, si vedano il risultati che facciamo con le altre scuole calcio locali. Poi però quando andiamo fuori con gli stessi ragazzi siamo ultimi, e non perché non prendiamo i migliori giocatori del territorio. Evidentemente questa è l’espressione. Io da supervisore comprendo che forse c’è da intervenire ancora prima, ovvero a 6, 7 o 8 anni ed in questo ancora non abbiamo strutture per fare un’attività di base. Lo sforzo nostro sarà questo in futuro perché non è bello vedere oggi ciò che esprime il territorio. Se lavorato e preso in tempo, anche il nostro territorio può esprimere molto, come fa a livello nazionale”.
DIFESA. “Sono due anni che abbiamo la migliore difesa tra Serie B e la nostra zona di classifica. Non possiamo dire che scelte e lavoro non siano stati quelli giusti. Lo dicono i numeri. L’unica cosa che ci è mancata è la fortuna, visto che sia Dermaku che Pongracic prima di venire qui non avevano mai avuto problemi. Per questo stavolta abbiamo deciso di abbondare”.
FALCONE. “Per rendere questo club equilibrato dobbiamo fare i conti con l’indice di liquidità, come tutti. Spendere 3 milioni e mezzo ora per noi non era possibile per questo motivo, considerando anche che avremmo rischiato pur sapendo che dall’altra parte con 4 milioni 750 mila lo avrebbero potuto riprendere”.
