
Le tre sconfitte consecutive senza punti e reti aprono ufficialmente il momento più difficile della stagione. Per conquistare l’obiettivo della salvezza il Lecce deve sapersi rialzare
La compattezza che tanto bene ha fatto al rendimento difensivo e all’unità della squadra deve dare linfa vitale al reparto offensivo. Al fischio finale di Lecce-Torino 0-2 è scattato il terzo ko di fila. Prima di domenica, il Lecce aveva perso due gare di fila in tre occasioni: Inter-Sassuolo (1° e 2°), Bologna-Juventus (11°-12°) e Verona-Salernitana (19°-20°). Dei tre passi falsi, due sono stati in casa, dove il Lecce resta terzultimo con 12 punti all’attivo su 27 conquistati. Gli episodi di certo non sorridono al Lecce, punito da Sassuolo e Torino da episodi su cui si era lavorato in settimana.
Il tallone d’Achille della formazione giallorossa in questo finale d’inverno è però l’attacco. Sono 286 i minuti senza reti: tre partite più il finale di Atalanta-Lecce dopo l’inzuccata vincente di Blin. Un digiuno simile supera i 260’ intercorsi tra il tap-in di Ceesay in Lecce-Fiorentina 1-1 prima della pausa e il tiro di Colombo al 33’ di Udinese-Lecce 1-1 con nel mezzo gli zero punti accumulati nei confronti con Bologna e Juventus. Il gambiano è stato l’ultimo attaccante ad esultare grazie alla sassata da fuori nella partita vinta a Bergamo.
Il momento senza reti del Lecce corrisponde al digiuno dei suo capocannoniere Strefezza. L’italobrasiliano, sette gol all’attivo in A, non vede la porta da cinque gare, precisamente dal 69’ di Cremonese-Lecce, quando raddoppiò lo 0-1 di Baschirotto grazie a una pennellata d’autore. L’aver servito il primo assist stagionale (a Blin nell’1-2 all’Atalanta) non allevia il calo di Strefezza, stretto in una gabbia dai rudi interventi dei calciatori del Torino.
