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Cichero: “Lecce vive di calcio. Ovunque andavo non mi facevano pagare niente”

Il 38enne venezuelano, per sei mesi calciatore del Lecce in A nel 2005/2006, ha parlato a gianlucadimarzio.com della sua nuova esperienza in campo nella Kings League, campionato di calcio a 7 ideato da Gerard Piquè

Gabriel Cichero racconta la sua scelta di cimentarsi nel torneo che in Spagna ha grande seguito (qui per saperne di più): “Da 5 anni vivo qui in Spagna e un mio follower su Instagram mi ha scritto di questo torneo. Mi sono informato e mi sono registrato, ma nessuno mi conosceva qui in Spagna. Non mi tiro indietro alle sfide, anche a 38 anni posso dimostrare ancora quanto valgo. Il format della Kings League mi ha impressionato. Aguero non è molto in forma e un ritmo rapido come questo l’ha sofferto. Il bello è che gli sconosciuti possono battere le vecchie glorie “

Cichero firmò con il Lecce nel gennaio del 2006, collezionando però solo 4 presenze. Fatta eccezione per il caso particolare di Massimo Margiotta (anch’egli ex Lecce), il difensore fu il primo venezuelano in A: “La squadra era in piena zona retrocessione. Venivo da una Paese di poca tradizione calcistica come il Venezuela, perciò, debuttare in Serie A è stato ancora più speciale. Era un sogno per me giocare nel più grande campionato al mondo. La città mi è piaciuta molto, Lecce vive di calcio. Ovunque andavo non mi facevano pagare niente”.

Vestendo la maglia della nazionale, Gabriel ha continuato la tradizione di famiglia. Con la maglia della Vinotinto Cichero ha raggiunto la storica semifinale della Coppa America 2011 persa ai rigori col Paraguay: “Quasi venti anni in nazionale, con la maglia della Vinotinto mi sentivo in grado di fare qualsiasi cosa. Un bambino vuole sempre crescere come il padre e il fratello maggiore e il mio sogno è sempre stato quello di giocare a calcio. Tutti e due erano difensori e anche loro hanno giocato molto con la nazionale venezuelana. Non potevo non farlo anch’io. La mia infanzia è stata sempre con un pallone tra i piedi”.

Cichero è responsabile di Ser Defensor, un progetto che insegna ai bambini come diventare difensori: “È unico nel mondo. Già avevo due figli giocatori, un terzino sinistro e destro, e ho visto che c’era un buco di mercato. La faccio qui a Barcellona, insegniamo che difendere è un’arte anche più importante di segnare un gol, non è facile farlo bene”.

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Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Non mi ricordo di questo calciatore al Lecce,comunque ha fatto un complimento alla nostra città, ca poi nun balia cia mu fare forza Lecce sempre

Luana
Luana
1 anno fa

Muertutefame 😂

pask
pask
1 anno fa

cichero e saidi. che coppia di acquisti a gennaio!

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1 anno fa

Proprio i calciatori che possono permetterselo non li fanno pagare? Ma in che mondo viviamo…

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1 anno fa

Ca certu hai fattu la bella vita 😎 aggratisss

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1 anno fa

Io ti farei pagare con la galera per quello che ci hai fatto vedere in 6 mesi invece pd

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1 anno fa

Una meteora scomparsa

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1 anno fa

KTM,era statu meiu cu paghi… La 🐍🐍🐍tinii a mmpauta

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