Le statistiche della partita persa a Lecce evidenziano la compattezza difensiva del Lecce, ma anche le massime punizioni a ogni minimo errore

L’essere risucchiati a pieno titolo nella lotta salvezza, con conseguente, normale, rabbia, desiderio di ricerca di un colpevole e paura, non deve far perdere l’asticella dell’equilibrio. Anche se i numeri in classifica sono ingenerosi (1 punto conquistato in 8 partite) le prestazioni del Lecce sono in miglioramento. L’atteggiamento in campo è giusto, la compattezza difensiva c’è e, a differenza di un periodo precedente, ci sono anche i tiri in porta.

L’annoso problema, che, senza diplomazia, rischia di costare carissimo ai giallorossi, è la qualità nella rifinitura e la precisione sottoporta. Psicologicamente si potrebbe dire che ad una squadra giovane ed inesperta il pallone in zona offensiva inizia a pesare e la decisione non è fluida, ma dall’altra parte le “colpe” non sono di certo da attribuire ai principi dell’allenatore, che valorizza più che discretamente il materiale umano a disposizione, né tantomeno ai calciatori in campo, ieri attaccati alla partita per due terzi di match contro una squadra sulle ali dell’entusiasmo dal ritorno dopo 16 anni in semifinale di Champions League e spinta da Rafael Leao, il cui nome è già nella lista dorata dei top player mondiali.

Tuffandoci nei numeri, l’atteggiamento giusto del Lecce s’avvalora dall‘indice xG del Milan. I rossoneri hanno realizzato due gol con 0.89 di xG distribuito sugli 8 tiri (5 in porta). La media xG in A della squadra di Pioli è 1.65 e non è bastato il 65.69 di possesso palla per produrre occasioni a pioggia. Rebic, sostituto di Giroud, non ha capitalizzato la più nitida occasione del primo tempo (0.18), anche più della prima rete di Leao su perfetto schema da corner (0.17) frutto di studio delle debolezze dell’avversario come la diversa stazza fisica tra il portoghese e il terzino destro Gendrey. Nella ripresa, Diaz al 69′ ha calciato centralmente dall’ingresso dell’area (0.25) prima del colpo di genio Leao-bis. I numeri evidenziano la giocata geniale (0.19, non propriamente un gol facile), ma Hjulmand e Baschirotto sembrano quasi inghiottiti dalla progressione.

Il Lecce ha trovato 4 tiri in porta su 8 conclusioni con 0.65 di xG. Sottomedia sì (1.14 stagionale gonfiato dal pazzesco 4.1 di Lecce-Samp 1-1) ma superiore alle partite perse con Empoli, Torino e Inter. Secondo i numeri il colpo di testa, per angolazione e dinamica, era tutt’altro che facile (0.07), mentre le occasioni da sfruttare meglio erano il colpo di testa di Baschirotto in chiusura di primo tempo (0.11) e l’incursione di Blin senza inzuccata (0.16) al 71′, stesso minuto dell’avvitamento di Voelkerling Persson ben marcato da Kjaer (0.12). Difensivamente, il Lecce ha vinto il 69,23% di duelli (sopramedia) con la scivolata arma vincente in ripiegamento: Blin due volte, Romagnoli e Umtiti hanno raccolto un 4/5.