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Il Lecce e i cartellini: nella media per i gialli, tra i più “buoni” per i rossi

Come già avvenuto nella trionfale passata stagione, anche quest’anno l’undici di Baroni risulta tra i meno sanzionati del campionato

Nell’annata in corso al Lecce è spesso mancata quella malizia dettata dall’esperienza necessaria per comprendere il momento giusto in cui piazzare quel fallo che, in alcuni casi, può valere anche dei punti. Restando sull’ultimo periodo, si pensi ad esempio agli esempi più classici delle reti di Ngonge del Verona (nella circostanza Hjulmand era comunque già ammonito, dunque il discorso qui si andrebbe a complicare), di Leao del Milan ma anche di Jesè della Samp. Al contempo, però, non si può certo negare quanto la banda Baroni abbia dimostrato una verve agonistica che, per due terzi della stagione, è stata fondamentale per raggiungere risultati talvolta sperato, si pensi alle “battaglie di campo” con Roma, Lazio o Atalanta su tutte.

Il risultato di questo mix tra pregi e difetti palesati dai Lupi salentini si traduce effettivamente nella classifica delle sanzioni subite da ogni squadra della Serie A, la quale registra un Lecce che oscilla tra la metà e la parte sinistra di questa speciale graduatoria. Ammonizioni alla mano, i giallorossi arrivano a quota 78, risultando l’ottavo collettivo più punito sotto questo punto di vista. Diverso il discorso relativo ai cartellini rossi, che sono stati appena due: quello diretto (ed inventato) a Hjulmand sul campo della Roma e quello per somma di ammonizioni a Gallo nel seguente match interno con la Fiorentina. In questo caso sono appena tre (Torino a 0, Napoli e Udinese a 1) i club che hanno fatto meglio.

Da questo sostanziale equilibrio si evince che la strada intrapresa dai giallorossi, fatta di un numero tutto sommato fisiologico di cartellini al passivo, possa considerarsi giusta. Da migliorare, e questo va inevitabilmente di pari passo con l’età, c’è senza dubbio la scelta dei tempi, il comprendere meglio quale sia il momento in cui il fallo va evitato e quando invece intervenire, quando risparmiarsi una protesta e quando invece darci di fisico. Torniamo, purtroppo, ancora sul “caso Hjulmand” in Lecce-Verona, fotografia di quell’inesperienza che a volta si manifesta nella truppa baroniana. Nella circostanza il capitano, di certo il migliore dei suoi (anche) sotto il profilo della tenuta mentale e dell’intelligenza tattica, si è lasciato andare nella più inutile delle proteste accese, su un fallo sulla trequarti al ventesimo del primo tempo. Giallo ed impossibilità di rifilare un calcetto tattico a Ngonge in partenza, stoppando sul nascere una ripartenza come il Verona, tra andata e ritorno, ha fatto decine di volte con i giallorossi. Peccati di gioventù, superando anche questi si potranno vivere tempi ancor migliori.

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Luca Mesagne
Luca Mesagne
10 mesi fa

Questa squadra è giovane ma deve imparare anche queste milizie a volte un cartellino in più può portare a casa punti e spezzare un azione di gioco pericolosa, bisogna essere più cattivi sportivamente parlando.

Giorgio Cheva
Giorgio Cheva
10 mesi fa

Dobbiamo essere più maliziosi. Avremmo 5 punti in più

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