Il francese, reinventatosi centrocampista con Baroni si è raccontato ai microfoni di So Foot. Al rendimento positivo con annessa salvezza al Lecce hanno contribuito più fattori.

IN GOL. Tre reti in campionato, due alla Lazio più la bordata segnata al Via del Mare nell’ultima partita contro il Bologna, sono il simbolo della rinascita sportiva: “Le mie reti? Sono contento. Al limite, sono rimasto deluso di non aver giocato molto all’inizio. Il fatto di non aver fatto la preparazione con la squadra al Bordeaux ha inciso soprattutto perché in Italia gli allenamenti sono molto fisici, si corre tanto. Io sono arrivato un po’ dopo tutti, Baroni aveva già la squadra. Dopo un mese e mezzo sono andato in forma, mi è stata data una possibilità che ho saputo cogliere. Ho fatto belle prestazioni, segnato gol, sono soddisfatto”.

UN LECCE ALLA FRANCESE. Oudin racconta anche il rapporto con i connazionali Umtiti, Blin e Gendrey: “Era l’ideale per la mia integrazione, sia in termini di lingua e di atmosfera ho trovato quello che avevo in Francia. Andavamo molto d’accordo, passavamo il tempo a ridere insieme. Con Valentin siamo molto amici, anche le nostre compagne vanno molto d’accordo. Anche con Umtiti abbiamo lo stesso umorismo. Di Sam mi ha colpito il suo stile di vita irreprensibile. Non eravamo pronti per essere così precisi”.

Il futuro di Oudin: tutte le porte sono aperte

UMTITI LEGGENDA. Il 26enne descrive l’ascesa di Samuel Umtiti al Lecce: “Come è diventato un simbolo della squadra? Lascia sempre qualcosa. E’ un grande giocatore, campione del mondo, quindi quando arriva in un club come il Lecce, con tutto il rispetto possibile per la società, tutti i giocatori sono molto più attenti e prendono molto esempio da lui in allenamento. Noi francesi abbiamo scoperto che gli allenamenti erano un po’ troppo basati su gare e tattiche, quindi Umtiti ci ha aiutato un po’ ad alleggerire le sessioni (ride)”.

UN TECNICO IN CAMPO. E poi, i particolari sull’aiuto che Umtiti ha dato a tutti nel Salento: “Quando dice qualcosa, anche i preparatori e l’allenatore sono più attenti. Era un fratello maggiore per tutti. Mi ha colpito il suo stile di vita impeccabile. Ci metteva in riga e non eravamo pronti per essere così precisi. Ha dato molto al club e alla città, ci siamo divertiti molto con lui. Personalmente, in campo è stato un piacere ricevere i suoi passaggi precisi sui piedi. In fase difensiva mi ha guidato molto, aiutandomi e rassicurandomi quando necessario. Mi ha fatto esprimere liberamente, ritrovando il piacere del calcio”.

CENTROCAMPO. Oudin parla poi del cambiamento di ruolo da ala destra in attacco a mezzala sinistra, accolto a suo di re con apertura: “Quando ne abbiamo parlato con l’allenatore ho dato subito il mio consenso, apprezzo avere il pallone tra i piedi, giocare, creare. Al centro avevo più libertà e facevo belle prestazioni imparando a essere più d’aiuto in difesa. Essere versatili aiuta”.

Tutta la soddisfazione del calciatore nel descrivere le emozioni di Monza-Lecce 0-1