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I numeri di Lecce-Lazio 2-1: giallorossi sfrontati, produttivi e vincenti. Così si può migliorare…

Le statistiche del debutto in Serie A del Lecce di D’Aversa premiano la volontà e le decisioni dell’allenatore. Tanti tiri e buon possesso palla. Il passo in più da compiere è la precisione

Un ritorno più bello di così si poteva difficilmente immaginare. Davanti a un pubblico calorosissimo (quasi in 30mila), il Lecce batte la Lazio rimontandola in un minuto e mezzo e conquista tre punti meritati per quanto messo in campo dalle due formazioni. Gli ospiti, l’anno scorso secondi dietro al Napoli, hanno concesso tanto al Lecce (13 passaggi di media lasciati dalla Lazio per ogni azione offensiva giallorossa) lasciando scoperto il quartetto difensivo. Almqvist e Di Francesco hanno raccolto ciò che al Lecce spettava, mancato per delle imprecisioni in costruzione e offensive.

Potrebbe sembrare strano partire dagli aspetti da migliorare dopo una vittoria così. Il Lecce ha tirato 23 volte, centrando lo specchio in 7 casi (30,43%), tutti nel secondo tempo ad eccezione del destro di Banda centrale al 12’. Non sempre (sano realismo), in A ci saranno così tante occasioni di calciare verso la porta. L’inserimento di Kristovic darà sicuramente più peso in area. La partita ha visto percentuali equilibrate di possesso palla a cui non si era più abituati, 48.56 contro 51.44 della Lazio. Il dato delle palle perse (93) è superiore alle aspettative, ma le 16 perse da Rafia saranno sicuramente oggetto di obiettivi di miglioramento per il tunisino. Dall’altra parte, Pongracic (15) domina negli 84 recuperi davanti a Ramadani (11) Baschirotto (10).

Offensivamente, l’indice xG tocca quota 2.02. L’anno scorso, il Lecce ha prodotto di più solo in Lecce-Sampdoria 1-1 (4.1) e raggiunto un dato simile (2.1) in Lecce-Salernitana 1-2. Il piatto destro alzato sopra la traversa da Ramadani al 47’ (0.31) è stata l’occasione più ghiotta (0.11 per il gol di Almqvist e 0.22 Di Francesco). La Lazio, subito in gol con Immobile al 26’ (0.35) ha mancato il bis al 39’ (esterno al volo alto dello stesso Immobile (0.29), autore anche del palo all’82’, statisticamente palla-gol più difficile delle precedenti (0.16). Ripetiamo, la qualità doveva pur venire fuori. Luis Alberto, nel primo tempo, è stato ispiratore irrinunciabile per la Lazio.

La presenza di Banda (2 dribbling vinti su 10 tentati e 7 duelli su 25) ha squilibrato verso sinistra la prolificità sugli attacchi di posizione. Su 36, 14 hanno generato dei tiri. La ripartizione del 2.02 di xG evidenzia il fatto. Dall’out presidiato dallo zambiano sono partiti 13 attacchi con 0.65 di xG (il 48%), dal centro 10 (0.68, 50%), mentre da destra 13 (0.03, 2%). Leggendo freddamente i numeri, si immaginerebbe una prestazione sottotono di Banda, ma il continuo ricorso alle sue azioni ha indotto la Lazio al raddoppio. Una maggiore lucidità con il pallone tra i piedi nella scelta dell’ultimo passaggio farebbe brillare molto di più il classe 2001.

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