Il collega Niccolò Misul ha raccontato nel dettaglio la situazione in casa viola nella nostra rubrica dedicata al punto di vista avversario

Qual è stato il processo di avvicinamento della Fiorentina al match di domenica?

“Ci sono state due partite che hanno dimostrato due Fiorentina completamente diverse. Una con il Genoa post buon mercato, o almeno così è stato accolto dai tifosi, molto positiva. Gioco e risultato hanno convinto ed entusiasmato tutti, con ottime impressioni sia nei singoli che nel collettivo. Poi è invece arrivata la sconfitta di Vienna in cui la squadra ha deluso per quanto messo in campo oltre che per il risultato. Sono emerse le carenze della passata stagione come la scarsa lucidità dimostrata in zona gol ed una fase difensiva non delle migliori”.

Quali sono punti deboli e di forza del collettivo di Italiano?

“Oltre all’allenatore, il punto di forza è il suo gioco offensivo che fa del possesso palla la sua prima arma difensiva. Questa mentalità può portare al rischi di lasciare qualche volta la difesa un po’ scoperta, come successo l’anno scorso e in finale. L’obiettivo è ricucire il problema dietro anche con i nuovi innesti. E poi, forse, c’è il fatto che la squadra non finalizzi quanto crei, aspetto che anche qui si cerca di migliorare con gli avvicendamenti in avanti, dove sono arrivati Nzola e Beltran”.

Vedendo come il club salentino stia riprendendo a valorizzare elementi arrivati dal nulla, c’è a Firenze un pizzico di nostalgia della filosofia e delle abilità di Corvino, vedasi anche l’interesse estivo per alcuni dei giallorossi?

“Hjulmand era il centrocampista ideale individuato da Italiano, poi però dopo il sondaggio la richiesta era alta e poi i rapporti tra Corvino e l’attuale dirigenza viola non sono ottimali e non c’era margine di contrattazione. Per Baschirotto e Strefezza, invece, credo si sia trattato più che altro delle classiche voci di mercato senza effettivi sondaggi o richieste. Corvino, comunque, lo odi o lo ami, almeno qui a Firenze. Ci sono tanti nostalgici della sua filosofia e del suo modo di fare calcio perché sulle sue scoperte si è basata anche la Fiorentina dell’oggi, vedi cessione di Vlahovic. Oggi invece la Fiorentina si basa soprattutto su nomi importanti e scommesse da rilanciare, spesso non andate a buon file. C’è curiosità nel seguire il Lecce per sapere chi sarà il nuovo fuoriclasse di Pantaleo”.

Che opinione hai del Lecce di Roberto D’Aversa?

“Non so se sarà facile per il Lecce confermarsi dopo l’anno scorso. Personalmente non sono un grande estimatore del D’Aversa tecnico che, rispetto a Baroni, potrebbe essere un’incognita in più. Per me l’ostacolo principale sarà confermarsi, ma aver trattenuto elementi come Baschirotto ed aver fatto poche cessioni alla Hjulmand può aiutare la squadra a ripetersi. Con un elemento come Almqvist in rampa di lancio e che sembra davvero molto forte”.

Come dovrebbero scendere in campo i gigliati contro i giallorossi?

“Un risultato positivo ieri avrebbe aiutato il Lecce, perché la Fiorentina ora ha una grande voglia di reagire e rifarsi subito anche se c’è anche un po’ di testa al match di ritorno europeo. Ci saranno diversi cambi di formazione perché c’è bisogno di far rifiatare qualcuno. In avanti dovrebbe vedersi Beltran dall’inizio, c’è grande curiosità su di lui. In mediana dovrebbe riposarsi Arthur così come sugli esterni, con Brekalo e Gonzalez potrebbero fermarsi in favore sicuramente di Ikonè”.