La vittoria contro il Genoa segnata dal gol di Oudin celebra l’avvio con più punti dei giallorossi nei diciotto campionati di massima serie sinora disputati

La favola-Lecce soprende l’intera Italia calcistica e fa stropicciare gli occhi ai tantissimi tifosi. I salentini balzano al secondo posto per una notte a 11 punti e suggellano ufficialmente la miglior partenza della storia. D’Aversa supera così di tre punti il Lecce di Zeman nel 2004/2005. Il boemo si fermò “solo” a otto punti dopo cinque partite. La sconfitta incassata al Bentegodi contro il Chievo (2-1 con eurogol di Vucinic alla fine) interruppe il ruolino in perfetta media inglese di vittorie in casa (4-1 al Brescia e 3-1 al Cagliari) e pari fuori (2-2 con Atalanta e Roma).

D’Aversa iscrive già il suo nome negli annali della storia del Lecce con 11 punti in cinque partite e un ruolino di marcia perfetto tra le mura amiche. Tre vittorie su tre partite al Via del Mare (Lazio all’esordio, Salernitana alla terza e ieri il Genoa) rappresentano una sorta di ritorno al passato in cui lo stadio amico ritorna fortezza inespugnabile e base per arrivare alla salvezza. Fuori casa, poi, il Lecce ha saputo soffrire e cogliere gli episodi favorevoli strappando un punto a Fiorentina e Monza. Dopo la rimonta in casa viola firmata Rafia-Krstovic, in Brianza Falcone e la difesa hanno abbassato la serranda dopo l’espulsione di Baschirotto.

Sognare è bello, e vedere il Lecce lassù al secondo posto è fantastico, ma, non per sembrare dei guastafeste o altro, il monito primario è il distacco dalla zona salvezza e la priorità finalizzata a macinare punti nei momenti positivi per poi compattarsi quando le cose andranno male. I numeri, però, sono freddi e scientifici. E ci dicono che il Lecce non è mai partito così bene in Serie A. Con D’Aversa la chiesa è già al centro del villaggio.