Il Lecce conquista un punto e muove la classifica alla vigilia della sosta dopo le sconfitte contro Juventus e Napoli. Serviva ritrovare un risultato utile ed è giunto tra le mura amiche, dove la squadra sta costruendo un bottino massiccio di punti per puntare alla salvezza (10 su 12). L’1-1 contro il Sassuolo è giunto dopo una partita in cui il Lecce non ha segnato dopo un avvio prorompente (quattro tiri, uno in porta, in quindici minuti e sette cross a fronte dello zero del Sassuolo). Il rigore segnato da Berardi, causato dal mani di Baschirotto assegnato dopo tre minuti di summit audio tra Sacchi e il Var, ha rotto l’inerzia avviata dai primi attacchi del Sassuolo. Nella ripresa, i neroverdi hanno fatto valere la maggiore qualità e la velocità degli attacchi a campo aperto. In una sorta di par condicio calcistica, è mancata la precisione (solo il rigore di Berardi alla voce tiri nello specchio) e, quando la rifinitura era efficiente, Pongracic ha vestito il mantello del supereroe con due salvataggi di platino.

MURO. Secondo l’indice xG c’è stata una leggera superiorità del Lecce: 1.77 a 1.53 (0.77 del Sassuolo togliendo il rigore). Entrambe le squadre hanno tirato 12 volte, ma i giallorossi hanno vinto 4-1 la partita dei tiri in porta. Consigli ha salvato su Strefezza (13′), Gendrey (40′) e Almqvist (46′). Nonostante il gol di Krstovic sia giunto nella ripresa, il Sassuolo è stato più in palla. 7 tiri e il 60% di possesso palla (totale 57% a 42 per gli uomini di Dionisi). La buona partita difensiva del Lecce ha contribuito a serrare le fila. Baschirotto, oltre all’occasione e all’assist per Krstovic, ha recuperato 13 pallone (leader di squadra davanti a Ramadani con 10) vinto quasi tutti i duelli aerei (88%) al pari del collega Pongracic (80%), autore di 9 recuperi e un muro sul tiro di Berardi al 25′ della ripresa. Partita di volontà e precisione anche per Gallo, uscito coi crampi. Il palermitano, spesso in ombra, ha vinto il 73% dei duelli. Con Strefezza, ha costruito la seconda linea di passaggio più percorsa (13 volte) dietro al palleggio tra i centrali Baschirotto-Pongracic, la prima per passaggi in avanti.

KRSTO AL CENTRO. Nota di colore sul modulo: secondo le heatmap, il Lecce di ieri dal 1′ al 63′ ha giocato con un 4-4-2. La posizione di Rafia, avanzatissima per la prima pressione e per l’assistenza a Krstovic, è stata molto più avanzata rispetto alle ali Strefezza e Almqvist. Abbiamo titolato parlando della rifinitura e del maggiore cinismo quando si tratta di chiudere l’azione e portare il pallone in avanti. Al netto dell’alto dispendio fisico delle ultime gare (evidenziato da D’Aversa in conferenza stampa postgara), il Lecce di ieri è stato sottomedia su passaggi in avanti (97 ok su 139 per il 70% contro il 74%). Così anche nei passaggi progressivi (51 ok su 79 per il 64,56% inferiore al 71% di media). Quest’ultimo dato evidenzia il peso di Krstovic per la manovra, una delle novità tattiche, la principale, rispetto alla scorsa stagione. Il montenegrino è la prima soluzione ricercata sia da Kaba sia da Ramadani.

LECCE DI CONTROPIEDISTI? NO, GRAZIE. In ultima istanza, numeri positivi per parlare di crescita del Lecce. Al contrario di quanto erroneamente affermato anche da addetti ai lavori, i salentini non sono una squadra che si basa solo sulle ripartenze. Ieri, 26 ingressi in area (allunghi e cross) rappresentano un trend già visto con Lazio (31), Salernitana (27) e Genoa (24). Al contrario di 4 contropiedi innescati, pregevole il primo con il passaggio di Almqvist per Rafia vanificato da Erlic, il Lecce ha tirato 7 volte su 22 attacchi di posizione. Un rapporto superiore alla media stagionale di una stagione che, risultati alla mano, è più che entusiasmante per il Lecce.