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Blin a CL: “Un minuto o 90, ciò che conta è farmi trovare sempre pronto per il Lecce. Impagabile l’affetto della gente”

Alexis Blin si è raccontato a 360°, dal passato con Le Mans, Toulouse e Amiens al presente che lo vede innamorato del Lecce e lottatore in Serie A

Lo spirito e la voglia che ha sempre mostrato con la maglia giallorossa lo hanno reso uno dei calciatori più apprezzati dai suoi tifosi ed anche dagli allenatori, per i quali Alexis Blin rappresenta sempre un fondamentale equilibratore. Abbiamo intervistato in esclusiva per voi il guerriero del centrocampo del Lecce.

La storia di Blin, calcistica e non, parte da Le Mans, città della Francia nord-occidentale famosa per la sua 24 Ore automobilistica più che per il calcio. Alexis, il giallorosso era nel tuo destino…

“È vero, anche la squadra della mia città ha il giallo ed il rosso come colori. Ho iniziato a giocare a calcio nelle giovanili del Le Mans, esordendo nella seconda squadra ancora minorenne. Purtroppo proprio in quegli anni, mentre la squadra era in terza serie, è andata in bancarotta ripartendo dai dilettanti ed io sono stato costretto ad andare via per poter giocare nel professionismo. Sono dispiaciuto di non aver esordito con il Le Mans perché è la squadra della mia città, la mia squadra del cuore. Già a cinque anni mio padre mi portava allo stadio a tifare i giallorossi”.

L’esordio nel calcio dei grandi è arrivato comunque poco dopo, perché su di te è piombato il Tolosa che ti ha portato in Ligue 1. Che esperienza è stata la tua prima ai massimi livelli?

“Un’esperienza incredibile, l’esordio non si scorda mai. Per me è arrivato nel 2015 sul campo del Lione. A Tolosa ho ancora tanti amici e non smetterò mai di ringraziare il club per la fiducia che ha riposto in me. Sono stati anni importanti. Certo anche difficili, visto che per diverso tempo, quasi metà stagione, ho giocato con un dolore che mi portavo dietro. Non mi volevo fermare ed ho sbagliato, così per un periodo le mie prestazioni sono state un po’ scarse, ma anche questo mi ha aiutato a crescere”.

Ed infatti è arrivato l’Amiens, dove sei anche diventato capitano superando la difficile annata del Covid…

“Sì, ad Amiens ho sentito grande fiducia in me e giocato tanto. Poi, dopo il buon primo anno in cui ci siamo salvati in Ligue 1 è arrivato invece il momento più difficile per me, coinciso con il Covid. Il campionato francese non riprese dopo il lockdown e noi siamo retrocessi con 10 partite ancora da giocare. Scendere di categoria senza poter lottare fino all’ultimo sul campo è davvero brutto, difficile da accettare. Nella successiva annata di Ligue 2 ho disputato 36 partite con la fascia al braccio. Per me è stato un piacere, non ho sentito la pressione ed anzi non è cambiato nulla perché in ogni spogliatoio ci sono almeno 4-5 capitani che svolgono la funzione di leader, quindi non cambia poi molto. Bisogna restare sempre umili, in modo da poter fare il massimo”.

Hai vestito le maglie delle selezioni giovanili Bleus dall’Under 17 all’Under 21, senza riuscire in quegli anni ad esordire con la Nazionale maggiore. Hai qualche rimpianto nelle tue stagioni francesi e, più in generale, nella tua carriera?

“Penso più che altro al presente, al terzo anno che sto vivendo qui a Lecce dove sono molto contento, dove sono felice con la mia famiglia. Vivere ogni giorno qui, in una città così passionale, è per me un grande regalo. Per quello che poteva invece essere in passato beh, la vita è fatta così. Io non ho rimpianti perché ho sempre dato il massimo. I calciatori spesso dicono che avrebbero potuto ottenere di più, ma io penso che se così non è stato è solo perché fa parte del processo di crescita”.

Lasci la Francia per il Salento, perché nel frattempo è arrivato Corvino ed un Lecce che ti vuole regista ed in cui inizialmente fatichi. Come sono stati i primi mesi giallorossi?

“Arrivato a Folgaria mi sono sentito subito a mio agio in una società che ti mette sempre tutto a disposizione. Abbiamo lavorato sodo, poi all’esordio in campionato di Cremona abbiamo sbagliato tutti partita dopo una preparazione pesante. Anch’io ho giocato male, ed a quella prestazione ha fatto seguito un problema al polpaccio che mi ha tenuto fuori. Quando sono tornato la squadra stava facendo molto bene con Hjulmand tornato mediano e Majer e Gargiulo ai suoi fianchi. Quando la squadra fa bene devi stare zitto ed allenarti per mettere qualche dubbio nell’allenatore. Morten era devastante in quel ruolo, e così è stato nei due anni in cui abbiamo giocato insieme. Quando è così tu devi aspettare il tuo momento, io mi caricavo dicendomi che il mio momento sarebbe arrivato e così è stato, anche se magari un po’ tardi ed in un ruolo differente da quello di inizio stagione. Questo è coinciso con 10 partite incredibili, sia a livello collettivo che personale. Perché ho dato tutto”.

Com’è stata la prima promozione della tua carriera?

“Ho provato sentimenti straordinari. Eravamo davvero un gran gruppo, ci allenavamo con grande intensità e quindi quando poi vinci questo non può essere una sorpresa. Se fai bene in Serie B vuol dire che c’è qualcosa di speciale nella squadra. Il grande atteggiamento di tutti ci ha fatto un grande regalo. Per come sono io, però, la gioia è durata 3-4 giorni perché poi ho subito iniziato a prepararmi alla nuova stagione, la mia prima in Serie A”.

E la massima serie italiana era come te la immaginavi?

“Sì, un campionato molto difficile con tante squadre più o meno allo stesso livello con l’atteggiamento a fare la differenza in termini di prestazioni. Questo è importantissimo per migliorare qualità e livello della squadra. L’anno scorso tutti ci davano in Serie B, ma noi abbiamo sempre avuto il giusto spirito soprattutto nelle fasi clou del campionato. E non è stato semplice perché la pressione di faceva sentire”.

Cosa si prova quando ci si salva in Serie A?

“Semplicemente uno dei sentimenti più belli che io abbia mai provato in vita mia”.

Più emozionante essere promossi in A o mantenere la categoria?

“Per me salvarsi. Nel corso dell’anno c’è una pressione diversa, lo metto davanti alla promozione per questo. È molto importante scendere in campo senza pensare a quanto sia importante restare in Serie A, ma c’è chi soffre questa condizione”.

In queste tue annate salentine ti sei sempre trovato ad essere un’alternativa a centrocampo rispetto alla formazione base, per poi prenderti un posto da titolare nei momenti decisivi della stagione. Quanto è stato difficile barcamenarsi in questa condizione?

“È sempre molto difficile partire un attimo dietro nelle gerarchie. Siamo in 30 e tutti vorrebbero giocare, quando non lo fai però dai il massimo ogni giorno, è questa l’unica cosa importante. Poi i frutti li raccogli perché il mister vede come ti alleni e ti sceglie e soprattutto perché, quando vieni scelto, poi fai bene. Se in settimana lavori al 50% perché sai che tanto andrai in panchina, quando poi scendi in campo per i tuoi venti minuti non combini nulla. Se invece vai al 150% in allenamento è sicuro che ti fai trovare pronto. Un minuto o 90, l’importante è dare tutto quando sei chiamato in causa. Devi dimostrare sempre di essere da Serie A, questo è il mio spirito. Poi ripeto è chiaro che vorrei giocare sempre, ma quando non gioco devo accettarlo e dare tutto, in allenamento come in partita”.

Da quando sei in giallorosso c’è sempre un bel gruppo di francesi nel collettivo. Lo scorso anno, poi, a trascinarvi c’era un campione del mondo come Umtiti. Che significato ha avuto questo aspetto?

“Parlando dell’anno scorso, eravamo davvero un bel gruppo, al di là delle nazionalità ad unirci era l’atteggiamento. E questo è importante quando ci sono tante nazionalità. Siamo tanti e di passaggio, sappiamo che il calcio non è quello di una volta in cui si gioca 15 anni nello stesso club, e questo vuol dire che devi apprendere lo spirito del club velocemente. Umtiti ha avuto un ruolo importante l’anno scorso, è stato d’esempio perché con grande umiltà si è messo a disposizione di tutti. La salvezza è arrivata perché tutti ci siamo messi d’impegno”.

Tra le gioie vissute nel Salento la più grande di tutte per te sarà sicuramente stata la nascita della tua bambina. Quanto ti ha aiutato?

“Si vivono spesso momenti duri quando sei un calciatore, senti la pressione e le cose non vanno come vorresti per te e per la squadra. Poi torni a casa, vedi tua figlia crescere e questo ti fa subito pensare alla bellezza della vita, alle sue cose importanti. Mia moglie poi è contentissima di stare qui perché viviamo molto bene”.

La vita però non è fatta solo di cose belle, purtroppo…

“È vero. Ho perso mia mamma quattro anni fa, è stata davvero dura. Ho ricominciato subito a giocare perché sapevo che poteva aiutarmi. I primi sei mesi ho fatto benissimo, mi sentivo forte e ricco di energia. Davo di più e lo facevo per lei. Poi è arrivato il momento più duro, complice il Covid il cui stop mi ha portato a pensare di più, ed ovviamente il pensiero andava sempre a mia madre. Ho capito che volevo essere più forte, per questo da quel periodo lavoro con una mental coach ogni settimana. Mi sono reso conto di quanto sia importante aiutarsi ad esprimere i propri sentimenti. Noi giocatori non possiamo fare tutto da soli anche per il tipo di vita che conduciamo, abbiamo spesso bisogno di aiuto. Con la mental coach lavora poi un professionista che pratica l’ipnosi per aiutarsi anche a livello inconscio e questo mi aiuta molto sia a livello mentale che fisico. Ci ho lavorato tanto e se c’è una cosa di cui sono orgoglioso è di essere cresciuto come uomo”.

Ed il tuo carattere si vede in queste parole come in campo. È per questo che sei così apprezzato dai tifosi del Lecce?

“Non lo so, posso solo dire grazie per queste parole. Fa piacere essere apprezzato perché vuol dire che dare il massimo è davvero la cosa giusta. Noi calciatori, come ho detto, siamo di passaggio. L’importante, quando sarà, è salutare la città con la consapevolezza di aver dato tutto. Quando qualcuno verrà a dirmi che devo salutare il Lecce voglio essere soddisfatto di quello che ho dato a chi mi ha pagato e soprattutto ai tifosi, sia dentro che fuori dal campo”.

Al terzo anno a Lecce sei quasi un veterano. Cosa ti ha lasciato dentro questa piazza?

“La passione e l’affetto che vivo quotidianamente in città. Poi a metà novembre ci sono ancora 20 gradi, è una cosa bellissima. La gente è davvero stupenda, mi piace camminare per le vie del centro storico ed incontro sempre tifosi gentili. Ti chiedono la foto, ma lo fanno con gentilezza e rispetto, anche al ristorante se vedono che stai mangiando non ti mettono mai pressione. Sono riconoscente del loro affetto e provo a rispondere sul campo”.

Ora state disputando un campionato nuovo con l’obiettivo di ripetere l’impresa salvezza della scorsa stagione. Che differenze stai vedendo rispetto al recente passato in A?

“È sempre difficile dirlo perché siamo ancora all’inizio. So che c’è grande qualità e così era anche l’anno scorso, c’è sinergia con il club e con lo staff che ti aiutano sempre a lavorare bene. E non bisogna mai dimenticare di mettere la giusta energia per poter ripetere l’impresa”.

Sei rientrato proprio in una delle partite più pazze degli ultimi anni, quella con il Milan. In che modo hai vissuto la gara?

“Ci siamo trovati sotto 0-2 ma poi siamo riusciti quasi a ribaltarla con quel 3-2 finale che ci è stato poi annullato. Noi in campo abbiamo vissuto questa altalena clamorosa di emozioni allo stesso modo di come lo hanno fatto i tifosi. Sull’episodio di Piccoli non serve dire altro, la società lo ha fatto abbastanza. Noi pensiamo solo a preparare la trasferta di Verona nel migliore dei modi. Del Milan ci portiamo dietro l’atteggiamento che ci ha permesso di ribaltare la gara ed anche il risultato, perché il pareggio è comunque un buon punto guadagnato”.

Cosa dovrà fare il Lecce nel prosieguo di questo campionato?

“Dobbiamo assolutamente continuare a lottare con lo spirito avuto fino ad oggi, cercando di fare sempre meglio per questa maglia”.

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19 giorni fa

Grandissimo

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21 giorni fa

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21 giorni fa

Grazie capitano, per me lo sei

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22 giorni fa

Senza di lui il Lecce non è lo stesso. 💛❤️

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22 giorni fa

Grandissimo Blin! Sei un esempio per i tuoi compagni. Il capitano 💛❤️

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22 giorni fa

Grande giocatore

Supertifoso Leccese
Supertifoso Leccese
22 giorni fa

Blin un campione modesto. Continua così
i leccesi ti vorranno sempre bene

MarcoMc
MarcoMc
22 giorni fa

Blin sempre nel ❤️

P.S.
Queste sono le interviste e gli articoli che vorremmo leggere.
Questa volta bisogna fare dei grossi complimenti alla redazione!

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22 giorni fa

Grande lottatore. Affidabile e modesto. Sempre presente. Resta con noi.

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22 giorni fa

Questo ragazzo è un esempio per tutti!
Complimenti per la professionalità, Blin.

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22 giorni fa

Grande guerriero,un gregario silenzioso ma efficace!

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23 giorni fa

Monsieur le Capitaine!

INCAS
INCAS
23 giorni fa

un grandissimo acquisto. lui, Hjulmand e Ramadani hanno tra loro qualcosa in comune.

Pavoletti grande uomo
Pavoletti grande uomo
23 giorni fa

Ragazzo silenzioso che fa parlare i fatti 🫶💪

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23 giorni fa

Sei un Grande sempre a rispondere Presente

Giannuzzo
Giannuzzo
23 giorni fa

Un professionista come pochi oggi nel calcio . Un grande onore averlo nel Lecce. Grazie sempre Alexis!

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23 giorni fa

💛❤️ che Guerriero

Carlo
Carlo
23 giorni fa

Questi sono i giocatori che dovrebbero essere scelti come idoli! Non gli spacconi!

Manlio Giaracuni
Manlio Giaracuni
23 giorni fa

Bellissima intervista

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23 giorni fa

Onesta pura…. bravo ragazzo in un mondo di pazzi.

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23 giorni fa

Noi vogliamo 11 Blin

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23 giorni fa

un grandissimo

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23 giorni fa

Sempre piaciuto. Un esempio.

Nicola
Nicola
23 giorni fa

Gran signore Alexis…sempre disponibile anche quando lo si incontra per le vie del centro…gran bella persona fuori dal campo…Grande lottatore sul campo con tanto agonismo ma senza cattiveria…Complimenti Alexis.

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23 giorni fa

Sei straordinario per le tue qualità umane e la tua compostezza

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23 giorni fa

Un grande professionista, 💛❤️

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23 giorni fa

Fortissimo Alexis

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23 giorni fa

Lui il vero capitano,per me!

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23 giorni fa

un grande!

carlo
carlo
23 giorni fa

Dovrebbe giocare molto di più

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23 giorni fa

ogni volta che chiamato in causa risponde sempre presente con prove gagliarde senza mai fare polemica se in panca e senza dichiarazioni roboanti e piace per le qualità umane

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23 giorni fa

Sei uno di noi💛❤️

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