In un anno tanto è cambiato in casa Lecce, tranne l’obiettivo finale: mantenere la Serie A a tutti i costi. I giallorossi, tra mille peripezie figlie di un avvio super nonché di un preoccupante calo, si trovano oggi in una posizione tutto sommato buona che però non transige premature esultanze. Ma com’era la situazione allo stesso punto della scorsa stagione?

La differenza è minima, visto che l’undici di Baroni rispetto a quello di Gotti si trovava una lunghezza sotto, avendo 27 punti contro i 28 attuali, ma in compenso poteva godere di un vantaggio maggiore sul Verona terz’ultimo, ai tempi a -5. Oggi invece lo stesso posto è occupato dal Frosinone che di punti ne ha 24 e non 22, così i giallorossi lo distanziano di appena quattro unità.

C’è però anche un aspetto molto positivo nel raffronto. Mentre il Lecce dello scorso inizio di primavera era sedicesimo, quello di oggi vanta un tredicesimo posto che vuol dire anche potersi permettere di essere scavalcato da qualcuno senza per forza dover finire in zona rossa. Non che questo debba accadere, ovviamente, ma quando si tratta di lotta salvezza sempre meglio essere in tanti.

Infine, sempre dopo 29 turni, l’undici di Baroni si trovavo nel momento di gran lunga più buio del proprio campionato, reduce da ben 6 ko di fila e con appena un gol all’attivo. Quest’anno il trend è quantomeno leggermente diverso, visto che i salentini sono arrivati alla sosta forti di un vitale successo sul campo della Salernitana che ha dato al meglio il via all’era Gotti. Aspetto psicologicamente importante per ripartire carichi per la fase decisiva della stagione.