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Lecce battuto su tutti i fronti, anche in panchina. Nella sosta una svolta?

La serata di ieri lascia pochi reclami al Lecce, sconfitto inesorabilmente nello scontro diretto da un avversario più aggressivo e pericoloso in zona gol. La sosta ora dovrà rinfrescare le idee: bisogna cambiare per non restare al palo.

I timidi bagliori di ottimismo rimasti dopo la sconfitta di San Siro con l’Inter lasciano spazio al pragmatismo nell’analizzare il passo falso di ieri sera contro il Verona. Passo falso che pesa anche se siamo alla seconda giornata. Uno scontro diretto è tale in ogni momento del torneo. Gli scaligeri hanno meritato ampiamente la vittoria, raggiunta nel secondo tempo grazie al gol-vittoria dell’ex Matteo Pessina.

Paradossalmente, la rete ospite è arrivata nella ripresa, quando il Lecce cresceva, alzava il baricentro e riusciva a raggiungere l’area avversaria. L’azione del gol, arrivato a 9′ dalla fine, è l’espressione della maggiore aggressività e caparbietà dei ragazzi di Juric. Pessina ha concluso un’azione corale sulla destra, dove il velo di Verre ha aperto una falla sfruttata anche grazie alla lettura molle di Rossettini, Tachtsidis e Majer, in ritardo di posizionamento.

L’Hellas, però, ha fatto sua la contesa già nei primi minuti di gara. Prendendo alto il Lecce, togliendo in Tachtsidis la principale fonte di gioco, i gialloblù hanno dimezzato le sicurezze della banda Liverani, schiacciata nella propria metà campo e propositiva solo con le accelerate di Falco. I tempi della gara, quindi, sono stati mercé ospite. Il meccanismo di Liverani non è ancora apparso oliato, specialmente nei compiti dei nuovi arrivati.

Dall’altra parte, lo schieramento senza riferimenti offensivi di Juric (Tutino falso nove in attesa del mercato) comandava tantissimo dinamismo. Il tecnico ospite ha azzeccato il programma di gara quando vedeva occasioni fioccare già in apertura. Amrabat ha dato una sicurezza al reparto mediano, già forte delle geometrie di Veloso, mortifero sui calci piazzati, e il duo Zaccagni-Henderson, trequartisti atipici, allargava le maglie della difesa giallorossa.

Il palo di Zaccagni su sponda di Rrahmani (positivo al pari dell’altro compagno debuttante Kumbulla) è stato soltanto l’apice di una frazione contornata di spunti veronesi, nati tra il centro e la corsia sinistra, dove Benzar è stato in difficoltà su Lazovic. Dall’altra parte, solo folate offensive di Falco (e chi sennò?), Lapadula lasciato solo a lottare e cross ancora non precisi, non “liveraniani”. E non è bastato un Gabriel decisivo in almeno due occasioni.

Il tecnico, che sicuramente avrà alzato la voce alla pausa, ha poi modificato l’assetto e la quadratura dei suoi, più propositivi nella ripresa ma non ancora affamati in zona gol.

Majer al quarto d’ora e soprattutto Mancosu in conclusione di gara, dopo la stoccata di Pessina, hanno avuto ghiotte palle-gol da sfruttare. In A certi errori pesano, è un puro discorso matematico di battute a rete. Se in B si ha più possibilità di costruire e quindi di avere l’occasione giusta, nel massimo campionato bisogna capitalizzare il più possibile.

Per ammissione di Liverani in conferenza stampa, la gara è stata persa anche in panchina. E ieri non c’era la giustificazione del gap tecnico che quest’anno si potrà avere con quasi un terzo delle compagini. Verre, neoentrato, è stato a suo modo decisivo in un ruolo, il centravanti, totalmente non suo. Al Lecce non è bastato il lancio di La Mantia per capitalizzare al meglio la pioggia di traversoni, nel finale scagliati da Rispoli e Calderoni invece di Benzar e Dell’Orco.

Ora viene la sosta. La svolta verte su un qualcosa già annunciato per tempo da Liverani. I giocatori, e anche tutte le altri componenti societarie, devono abituarsi alla sofferenza e ad un nuovo campionato dove le ali dell’entusiasmo e la leggerezza in campo lasciano posto a partite dove bisognerà sudare più delle proverbiali sette camicie per fare punti.

La sosta in questo momento può e deve essere utile al Lecce. Ci sono due settimane per far adattare i nuovi arrivati al gioco di Liverani e per integrare i nuovi, da Imbula alla punta (Babacar) in arrivo. Il calendario non sarà facile: dopo la gara di Torino con la formazione di Mazzarri ci sarà il Napoli al Via del Mare.

Guardare gli impegni e l’avversario, specialmente dopo la gara di ieri, è l’ultima cosa da fare per acquisire fiducia, da riporre sempre negli uomini del doppio salto C-A, che avranno due settimane per guardarsi in faccia e serrare le fila, interpretando la nuova, difficilissima, missione in cui si ha il dovere di provare, comunque vada vada.

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4 anni fa

Cacciate gli attributi

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4 anni fa

Arrabbiato e deluso ma sempre forza lecce!!!

flaviano
flaviano
4 anni fa

sI VIA TUTTI

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