La sfida tra Lecce e Napoli torna in massima serie 7 anni dopo. Quest’anno sono salentini e campani a rappresentare il meridione d’Italia e la sua passione per il calcio. E non solo.
Questo pomeriggio il Via del Mare sarà più caldo e colorato del solito. Ragioni climatiche? Coreografie particolari? Nulla di tutto ciò. Scatta l’ora di Lecce-Napoli. Scatta l’ora di quello che, almeno per la stagione in corso, è il Derby del Sud.
E come per ogni sfida tutta meridionale che si rispetti, l’incrocio si porta dietro risvolti che vanno ben oltre la sfida tra una big e una piccola della Serie A ’19-’20. Dietro c’è il faccia a faccia tra due tra le tifoserie più calde e passionali del Belpaese. E c’è anche una voglia di riscatto, anche economico e sociale, che va oltre i semplici tre punti.
Tutti fattori che conferiscono un alone di fascino, quello tipico del calcio popolare, che altri incroci, per il Lecce come per il Napoli, non potranno mai avere, almeno per la stagione in corso. Quella festa di un sud magico, lì dove il calcio è rimasto forse più genuino che altrove. Lì dove se tifi Lecce (o Napoli), tifi Lecce (o Napoli) e basta.
Non sarà Pasculli contro Maradona. Non sarà nemmeno Cavani contro Chevanton. Sarà una gara dal risultato già scritto valori alla mano, o forse no. La certezza e che sarà una festa del tifo, dei colori. Quella di chi crede nel proprio territorio e ci vede il calcio, la squadra del cuore, come simbolo a rappresentanza di amore, attaccamento positivo e verace, alle proprie radici. Lecce-Napoli non è una partita. E’ il manifesto della passione, calcistica e non solo.