L’appuntamento con il ritorno alla vittoria e con la prima gara a rete inviolata è rinviato. I segnali di crescita sono però evidenti.
A dare uno sguardo, oggi, alla classifica, l’abbiamo detto un po’ tutti: “Ahh, quanto sarebbe stato bello essere a 11 punti!”. Un pensiero ricco di rammarico rafforzato nei toni amari dal ricordo di come la vittoria del Lecce è mancata ieri a Genova. Quel pareggio della Sampdoria arrivato in pieno recupero, in quel modo, con un uomo in meno e dopo un match molto ben giocato grida ancora vendetta.
I giallorossi sono stati sfortunati negli episodi, dalla traversa al mancato rigore, al doppio giallo a Tachtsidis al quasi-salvataggio sulla linea di Petriccione. E’ pur vero che ci hanno messo anche del loro, talvolta specchiandosi nel palleggio e mancando l’affondo decisivo. E, soprattutto, senza dare troppo addosso al già citato greco, deficitando in marcatura nel corner-pari di Ramirez.
Peccato, perché i tre punti erano lì, a portata di mano. Tre punti che sarebbero valsi l’allungo in classifica sulla zona retrocessione, oltre che la possibilità di staccare di 8 lunghezze una Samp a quel punto in ancor più nera crisi.
Tutti rimpianti legittimi, sentimenti che dall’una o dall’altra parte ogni gara si porta dietro. Ciò che conta almeno quanto i punti, però, è la prestazione, e sotto quel punto di vista il Lecce esce da Marassi più forte di prima. Ok, l’avversario era di quelli davvero in difficoltà, ma il processo di crescita palesato da Lucioni e compagni è evidente sotto ogni punto di vista.
La difesa sa resistere molto meglio, il centrocampo è tornato quello frizzante della Serie B, il carattere è venuto fuori e ora anche, finalmente, i gol degli attaccanti e la qualità degli acquisti estivi si sta facendo strada. Per un undici come quello di Liverani, che si sta immergendo in una realtà totalmente nuova, questo è un aspetto fondamentale. Nonché un ottimo motivo per essere positivi dopo l’infrasettimanale di ieri.