L’allenatore, intervistato dal periodico Il Giallorosso, parla dei giallorossi di Liverani, paragonandoli alle sue squadre, e si toglie qualche sassolino dalle scarpe rimembrando il divorzio dell’estate 2011.
Gigi De Canio e il Lecce. Un connubio che ha portato a una promozione in A con successiva salvezza sul campo, annullata poi dalla combine di Bari-Lecce 0-2 che ha stravolto la storia della compagine salentina. Non si parla solo del passato, c’è un presente da commentare.
POSITIVITA‘ “Questo Lecce somiglia molto al mio. L’ho visto giocare più volte e ho apprezzato una identità precisa, una personalità, che lo porta a produrre risultati gratificanti come quelli conseguiti contro Milan e Juventus.
STORIE UGUALI. “Paragoni psicologici tra il mio Lecce e quello di Liverani? È vero. Il Lecce che allenavo io era stato costruito in poco tempo ed era un mix di gioventù che doveva coniugare l’aspetto tecnico con quello economico. Siamo stati i primi in Italia sotto questo profilo. Non a caso alla prima giornata di campionato perdemmo col Milan per 4-0. Il Lecce di Liverani invece è un gruppo collaudato che, sia pure con opportuni innesti, sta insieme da due anni e non è poco”.
OFFENSIVI. Secondo De Canio non ci si deve preoccupare molto delle reti subite. Nel 2010/2011 furono 66 a fronte delle 46 segnate e il ruolino finale recitò 11 gare vinte, 8 pareggiate e 19 perse: “Ai miei giocatori dicevo questo: giochiamo e sfruttiamo le nostre qualità, magari prenderemo qualche gol in più ma, senza farci condizionare, ne realizzeremo anche. Così è stato e ho avuto ragione malgrado la scarsa esperienza in A. Pensate che a San Siro contro il Milan alla prima di campionato ho esordito con Donati, Sini, Brivio, Grossmuller, tanto per fare qualche nome”.
CONFESSIONI. Il tecnico materano svela poi i dissidi avuti con la dirigenza a seguito della salvezza sul campo, fine a sé stessa per le note vicende che hanno portato al capitombolo in C: “In società c’era gente che non era in sintonia con la strategia e remava contro. Quando ho capito l’aria che tirava ho strappato il contratto e sono andato via. Non ho chiesto nessuna buonuscita, non avevo un’altra squadra con la quale lavorare e sono rimasto fermo dieci mesi. Malgrado questo, mi porto dentro ricordi bellissimi grazie anche al coinvolgimento dei tifosi e di tutto il Salento. Non siamo mai stati soli e abbiamo centrato la salvezza sul campo”.
SALVEZZA COME UNO SCUDETTO. De Canio continua poi a parlare della sua impresa, spostandosi poi a esaminare il campionato di oggi: “Quando fu fatta la squadra qualcuno disse che se fossimo arrivati terz’ultimi sarebbe stato un miracolo. Al contrario di loro io ci ho creduto fino in fondo. I valori del campionato di oggi? C’è una buona qualità tra le squadre medio-piccole e lo spettacolo di conseguenza è godibile. In vetta sarà un duello limitato a Juventus e Inter. Sono convinto che lo scudetto sarà affare loro. Per il discorso salvezza invece il discorso è apertissimo e l’anomalia è rappresentata dalla Sampdoria. Oggi è infondo alla classifica ma con Ranieri ha preso coscienza delle sue qualità, si sta adeguando e presto ne verrà fuori”.
Tu sapevi tutto! Altro che chiacchiere. In una settimana dopo la salvezza il fuggi fuggi generale. si dimisero prima lui e poi i semerdaro.