Il talento della Nazionale, seguito da tutte le big già da tempo, ha nicchiato alle proposte di rinnovo della Viola. Ieri si è tenuto un importante incontro con il padre Enrico, procuratore. La squadra ha bisogno di lui per la gara con i giallorossi.
Federico Chiesa è diventato un caso. La panchina con il Verona, seguita alla sconfitta, ha fatto precipitare ancor di più nello sconforto l’ambiente, ansioso per le sorti del talento. Attorno a lui, il neo presidente Rocco Commisso vorrebbe costruire la Fiorentina del futuro, ma, dall’altra parte, la famiglia, e Federico, sognano già l’Olimpo del grande calcio.
Ieri, a Firenze, si è tenuto un atteso incontro, organizzato da Commisso, tra Joe Barone, braccio destro del patron, il d.s. Daniele Pradè e Enrico Chiesa. Si è giunti a un armistizio finalizzato a puntare a rivedere in campo Federico già contro il Lecce, in una partita, per la Fiorentina, da non sbagliare per non deprimere un ambiente già preoccupato dai risultati e dalle prestazioni. Milan Badelj, dopo il passo falso del Bentegodi, aveva parlato di squadra molle, svuotata.
Un armistizio e non una tregua. Secondo quanto si legge, hanno suggellato un cessate il fuoco temporaneo per intavolare poi la pace. Lo spettro della cessione alla Juventus, cosa che Commisso eviterebbe sino alla morte, spaventa la Fiorentina, ma desta ancor più preoccupazione un eventuale risultato non gradito sabato contro gli uomini dell’ex regista Liverani.
La pace per la Fiorentina consiste nel rinnovo, obiettivo su cui probabilmente sarà incentrato un ipotetico successivo incontro tra Commisso, Federico Chiesa e Enrico Chiesa.
Pradé, intervenuto in conferenza stampa ieri per annunciare il rinnovo di Ranieri, ha gettato acqua sul fuoco: “E’ stato un bell’incontro, positivo –si legge nelle parole riprese da fiorentina.it-. C’è voglia di dialogare. Noi siamo la società, c’è un contratto di due anni e mezzo e questa frenesia di parlare di rinnovo e di contratto non c’è. L’importante è che ora Federico stia bene. L’affaticamento all’adduttore lo stiamo tenendo sotto controllo, che possa aiutare la squadra e che migliori. Ora non ho ricevuto nessuna richiesta. Come sta Chiesa?Oggi ha fatto lavoro differenziato. Col Lecce? Ve lo dico domani”.
E poi la ricerca della minimizzazione del caso ormai scoppiato con riferimento anche alla panchina di Verona: “Si è scaldato a lungo? In una partita così importante, un giocatore così importante cerchi fino alla fine di recuperarlo. Mi pare normale. Malumori nello spogliatoio perché Chiesa non ha giocato? Per me Federico aveva un risentimento all’adduttore. Si sta facendo un caso troppo grande. Qui bisogna vincere le partite. Non ci sono mugugni o altro. Il mugugno quando perdi c’è sempre. Io non ho creato un caso, non ho mai detto che aveva la pubalgia. Ma che aveva avuto un risentimento al pube. È diverso”.
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