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Vincze: “Che emozioni qui! Il Lecce di oggi? Deve avere il nostro cuore…”

L’ex ala sinistra giallorossa, tornato in città prima della premiazione pre Lecce-Inter di domani, ha concesso una chiacchierata alla stampa.

Istvan Vincze, il gol indelebile al Bari allo stadio della Vittoria e tanti episodi rimasti nel cuore. Come il coro della Curva Nord a scandire il suo nome, come la gentilezza della gente del posto, come l’affetto di tanti compagni in uno dei campionati più prestigiosi del mondo.

EMOZIONI. “Lecce è una grande città, con grande squadra e grandi tifosi. Ce l’ho sempre nel cuore. Sono felice quando vedo questa città fatta di persone gentili, che si ricordano sempre di me. Ho giocato due anni e ogni momento rimane indelebile”.

IL GOL A BARI. “Quando un giocatore segna al Bari, rimane nella storia della società. Così è stato per me. Non ho fatto tanti gol in carriera, ma questo è stato importantissimo”.

IL LECCE DI OGGI. “Liverani è un grande allenatore, ma la squadra è in rodaggio, non è ancora al pieno delle forze per la Serie A. I calciatori devono sapere cosa vuol dire la passione di questa terra, ci devono mettere più cuore. Ho visto in TV Torino-Lecce, vedere il settore ospiti pieno di salentini è pazzesco. I calciatori devono dare di più per loro. Noi, ai nostri tempi, lo sapevamo. Noi pareggiammo col pari di Maradona grazie al cuore”.

IL CALCIO DI ALLORA E IL CALCIO DI OGGI. I calciatori giocavano meglio a pallone, ora non ci sono i numeri 10 come Antognoni, Giannini, Baggio, Del Piero. Non c’è fantasia. Cristiano Ronaldo? Non è italiano, in Italia sono nati i veri numeri 10 che adesso non si trovano. La serie A in cui giocai io era il miglior campionato di tutti i tempi. Nel primo anno fu difficile. Il gap linguistico mi fermò ma poi fui aiutato molto dai giocatori leccesi. Solo da loro. Marino era un grande uomo. C’era un grande.

MAZZONE. Un grande allenatore, ora lo so. Quando sei giovane pensi altro, ma è stato uno dei migliori allenatori in assoluto. Sapeva tutto. Carletto mi ha insegnato tutto. Un papà? Sì, è stato come un padre.

EX COMPAGNI. “Sento Moriero, Garzya, Raimondo Marino, Miggiano. Ogni tanto sento loro, anche Giuliano Terraneo, ci parlai tempo fa. Sono felice per coloro che sono rimasti nel calcio”.

PRESENTE. “Adesso lavoro in Slovacchia, al Komarno, in Serie B. Sono il direttore sportivo. Prima ho operato anche nell’Accademia Puscas”.

TALENTI. “Consiglierei dei giocatori slovacchi e ungheresi? Sì, però vorrei portare delle giovani promesse di 19-20 anni in Italia. A Lecce? Adesso no. Ci sono giovani bravi, ma non pronti per questo palcoscenico”

 

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