L’analisi tattica di Verona-Lecce 3-0 porta in dote poche trame di discussione. L’uno-due su cross conferma il momento negativo della difesa nel gioco aereo. Il 5-3-2 che ha funzionato contro l’Inter, poi, è andato in soffitta dopo il doppio passivo.

Procedere ad un’analisi equilibrata dopo una sconfitta così netta, senza sfociare in frasi fatte o, peggio, in isterismi atti solo a cavalcare il momento, può essere difficile, ma è l’unico modo di analizzare le vicende. Rinviando al commento generale il quadro della situazione a tutto tondo, notiamo le chiavi che hanno decretato il netto successo veronese.

AHI SUI CROSS. Cinque degli ultimi sei gol subiti sono arrivati su palle alte. Un tratto imperdonabile per una squadra che si deve salvare e che, fisiologicamente, subisce tanti cross. Allargando il ventaglio anche a Lecce-Udinese 0-1, si potrebbe anche contare la rete di De Paul, nata dopo una respinta corta della retroguardia giallorossa, densa a difesa della porta di Gabriel e lenta nei movimenti coordinati a chiudere l’argentino.

STRATEGIA O SINGOLI. Il modo di difendere sui traversoni, a uomo, merita un primo esame. Questa scelta comporta un’attenzione maggiore dei marcatori. Gli ultimi tre gol (Bastoni dell’Inter e ieri Dawidowicz e Pessina) palesano una scelta di tempo differente dell’attaccante rispetto al difensore. E chapeau a un Miguel Veloso importante come un bomber nei suoi calci piazzati perfetti. Stesso discorso di ieri va applicato per Iacoponi-gol a Parma. Sicuramente Liverani cercherà di apportare degli aggiustamenti a questo che sembra essere il nuovo problema di una difesa che, nonostante la maglia nera del campionato, sembrava aver trovato una sorta di quadra per limitare i danni.

MODULI. Tralasciando ogni aspetto tattico della gara dopo l’espulsione di Dell’Orco, episodio che ha reso la partita un tappeto rosso per il Verona, si registra il mancato bis vincente del modulo con la difesa a cinque. Non mancano gli alibi (Lucioni a mezzo servizio, ieri assenti Calderoni, Farias, Petriccione più Gabriel a gara in corso), ma una difesa così folta non può andare sotto con troppa regolarità. Passino, si fa per dire, gli errori anche individuali sui cross, ma la superiorità dell’Hellas, oltre che sul piano di quanto espresso, si è concretizzata su un diverso piglio di agonismo.

SURCLASSATI. I ragazzi di Juric chiudevano ogni falla di ogni ipotetica ripartenza andando a strozzare le idee di Babacar e Lapadula, impossibilitati a ricevere i suggerimenti di Mancosu. Degli spiragli si sono visti dopo il passaggio al 4-3-1-2: il Lecce ha coperto meglio il campo fino ad arrivare alla traversa di Majer colta a pochi minuti dall’intervallo. Ogni idea di cambiamento di rotta, infine, è naufragata sull’espulsione di Dell’Orco. Naturalmente poco da eccepire al ragazzo, anche ieri sì negativo, ma l’episodio ha fatto affondare una squadra che, qui purtroppo l’espressione un po’ frase fatta cade, ieri non sembrava esser scesa in campo con il piglio e l’agonismo giusto.