“All’Atalanta bisogna farle solo i complimenti. Il suo successo attuale è tutt’altro che casuale. La società sta raccogliendo i frutti di una programmazione accurata, che inizia con i giovani. Il vivaio è il più importante d’Italia”, ha affermato l’ex calciatore giallorosso.
Cristian Ledesma, ex calciatore giallorosso, ha parlato a L’Eco di Bergamo, dei contenuti tecnico/tattici di Lecce-Atalanta.
DOMENICA UN ALTRO LECCE. “Contro la Roma, il Lecce ha pagato l’indisponibilità di Saponara e Falco. Domenica sarà un altro Lecce. Sicuro. Lo impone la classifica. Il Lecce ha tre punti di margine sulla terzultima. Troppo pochi. Ogni partita una battaglia. E sarà così fino alla fine”.
RIENTRO INFORTUNATI. “Saponara, ora che è recuperato, mister Liverani lo mette senz’altro per dare l’assist a Lapadula. L’hanno appena preso e con lui fanno il 4-3-2-1. Falco magari lo tiene in panchina. Tutta gente di qualità. Ci sono anche l’altro nuovo acquisto, Barak, e Mancosu. Il fatto è che il Lecce prima di perdere 4-0 all’Olimpico veniva da una striscia di tre vittorie dovute a un netto miglioramento nella manovra, basata appunto su più qualità rispetto a prima”.
CONFRONTO A VISO APERTO? “Questo è un bel punto interrogativo. In quelle partite vinte, il Lecce ha cambiato marcia, sì, ma sempre con avversari non del livello dell’Atalanta. È sembrato che il Lecce, vista la partenza della Roma, sia uscito presto dalla partita, come rassegnato. Domenica sarà un’altra storia, anche perché bisogna riscattarsi davanti al proprio pubblico. Sono curioso di vedere come mister Liverani metterà la squadra in campo. Accettando l’uomo contro uomo che di solito fa l’Atalanta, i nerazzurri dovrebbero prevalere, sia per fisicità che per tecnica. Al netto delle solite variabili tipiche del calcio, cioè gli episodi e l’imprevedibilità di situazioni estranee al campo, per il Lecce la partita è difficilissima, quasi proibitiva. Se a Lecce va la solita Atalanta, vince”.
ESORDIO CONTRO L’ATALANTA. “La prima partita in A la giocai proprio a Bergamo. Tutti i novanta minuti. Mi mise in squadra Delio Rossi. A centrocampo, vicino a Giacomazzi e a Conticchio, che poi sarebbe andato alla Juventus. E c’era anche Chevanton, passato successivamente all’Atalanta, se non sbaglio. Il debutto non si scorda mai. Mi ricordo i calci nelle caviglie di Ousmane Dabo. Poi l’ho ritrovato nella Lazio e in allenamento gli ho ricambiato quei calci. E alla fine scambiai la maglia con Carrera, che era quello dell’Atalanta con la carriera più prestigiosa. La maglia ce l’ho ancora. Perdemmo 2-1, con tanta rabbia perché non lo meritavamo. L’Atalanta vinse con un tiro di Pinardi, che Chimenti si lasciò scappare. Qualche anno dopo però mi vendicai, perché all’Atalanta segnai un gol, lo ricordo bene. Io poi sono passato alla Lazio. Era Coppa Italia, uno dei turni eliminatori, 2-0 per noi e il primo lo feci io, su punizione deviata dalla barriera”.
ATALANTA DI OGGI. “Bisogna farle solo i complimenti. Il suo successo attuale è tutt’altro che casuale. La società sta raccogliendo i frutti di una programmazione accurata, che inizia con i giovani. Il vivaio dell’Atalanta direi che è il più importante d’Italia”.
DUE ARGENTINI, GOMEZ E PALOMINO. “Non li conosco di persona. Gomez l’ho affrontato da avversario quando era a Catania. Invece recentemente ho sentito per telefono Konko, che è rimasto a vivere a Bergamo e che avevo conosciuto negli ultimi anni alla Lazio”.
