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Memushaj: “Pelle d’oca a sentire il premier albanese. Il compagno di squadra più forte? Lapadula”

Il centrocampista albanese, in forza al Lecce nel 2012-13, ha parlato durante la diretta di Casa Di Marzio, appuntamento social curato da gianlucadimarzio.com

Le parole toccanti del premier Edi Rama durante il saluto ai medici pronti a partire in Italia per contrastare l’emergenza Coronavirus hanno fatto il giro del mondo. Il ricordo del legame tra i due paesi è stato esaminato nelle prime dichiarazioni di Ledian Memushaj, albanese di nascita ma in Italia da ventidue anni. Memu, nato a Valona, si trasferì a Cremona all’età di 11 anni per iniziare poi la carriera sportiva che lo ha visto arrivare in Serie A con Carpi e Pescara.

LE PAROLE DI RAMA. Memushaj commenta così il discorso del presidente del consiglio del Paese delle Aquile: “Un discorso veramente toccante, mi è venuta la pelle d’oca, anche se siamo un Paese in crescita siamo un paese povero. Che, con quel poco che ha, prova comunque ad aiutare gli altri, soprattutto l’Italia che per noi è una seconda casa. C’è un grande rapporto tra Italia e Albania, da noi si vedono tutti i canali televisivi italiani, siamo cresciuti così e in molti hanno imparato l’italiano, è come una seconda nazione” 

LE MEMORIE PASSATE. Quando si parla di legame Albania-Italia, non si può non pensare alla crisi del regime che portò migliaia di albanesi a dirigersi verso l’Italia: Nella seconda metà degli anni ’90 era un momento di guerra, accadeva di tutto, tanta gente era scappata in Italia, io fortunatamente avevo mio padre che lavorava, ma poi sono arrivato anch’io nel Paese più bello del mondo. Ho passato più anni qui che in Albania, mi sento anche italiano. A 15 anni ero a La Spezia, anche se giocavo in giro per l’Italia: il Picco è stato il primo stadio che ho visto”.

INFLUENZA A PESCARA. Sull’emergenza Coronavirus, Memushaj eclissa ogni discorso sugli stipendi, pensando però a una situazione accaduta nello spogliatoio del Pescara settimane fa: Non è il momento di parlare di calcio o stipendi, bisogna venire incontro allo Stato e tutti dobbiamo fare un passo in avanti, se dobbiamo rinunciare a qualcosa per lo Stato o per le società, lo faremo volentieri. A gennaio e febbraio avevamo tanti giocatori con l’influenza, poi anche persone dello staff, era una situazione strana che non era mai successa, volevamo dare un esempio e siamo scesi in campo con le mascherine. Secondo me il virus è arrivato nella nostra squadra, però non ci hanno fatto i tamponi, ero contento che si fosse fermato tutto”.

ALLENAMENTI E ALTRI EX GIALLOROSSI. Memu racconta poi la quotidianità senza sessioni di allenamento. L’attrezzo più usato è la cyclette: “Me la sono presa per allenarmi, stare a casa è dura perché ci sono belle giornate, ma bisogna rispettare le regole. Poi tanto a rallegrarci ci pensa su Whatsapp Bojinov: non smette mai di scrivere, è troppo simpatico e si è inserito bene”.

LAPADULA. Il discorso poi si sposta sul Pescara. Memushaj, oltre a eleggere la vittoria nello spareggio-promozione con il Trapani, festeggiato da lontano a causa di impegni con la nazionale, parla del calciatore più forte avuto con sè:Il compagno che mi ha stupito di più? Lapadula. Aveva una voglia matta di fare gol, aveva sempre fame. Quest’anno abbiamo fatto partite incredibili, abbiamo dominato il Benevento, poi a volte ci siamo persi con alcune prestazioni deludenti”.

LA RIPRESA. “Chi lo sa se riprenderemo a giocare. Penso che si farà di tutto per ricominciare, il calcio è imporante in Italia anche a livello economico, non solo per i calciatori ma anche per gli addetti”.

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