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Meluso: “Non ci spaventa tornare in campo. Siamo nelle condizioni di poterci giocare le nostre carte”

Il direttore sportivo giallorosso parla a TuttoMercatoWeb.com di tutte le tematiche legate all’emergenza sanitaria: dalla quarantena alla possibile ripresa fino al taglio degli ingaggi.

LA MIA QUARANTENA.Lavoro a Lecce e vivo a Teramo, all’inizio stare a casa staccando un po’ la spina era anche piacevole. Adesso mi manca un po’ tutto. La libertà di uscire. Poi sono un eterno viaggiatore. Mi sento penalizzato come tutti. Ma la coscienza e la legge ci impongono di stare a casa. Dobbiamo aspettare che questo enorme problema chiamato Coronavirus, diventi solo un ricordo”.

PASSIONI. Mi sono dedicato molto alla mia famiglia. Ho potuto usufruire di tempo per fare cose che non riesco mai. Tipo leggere o guardare un film. Di solito si fanno le pulizie di Pasqua, mia moglie ha fatto quelle per tutto l’anno (sorride, ndr). Ho visto Raymen, il Paziente inglese e qualche altro film. Poi la storia di Roberto Baggio. E ho letto un paio di libri. Mille splendidi soli sulle donne afghane, un libro che avevo già annusato. E ho riletto Il Piccolo Principe che è una pietra miliare. Un sempreverde”.

CONTATTI CONTINUI. Sono in contatto telefonico con il presidente e il direttore generale per tutto quello che riguarda le nostre attività. Ovviamente ci scambiano opinioni con i colleghi e gli agenti su quello che sta accadendo. Ho avuto più tempo per visionare calciatori a video, anche se in questi momenti viene a mancare l’entusiasmo”.

RIPRESA? Tutti vorremmo tornare a giocare. Significherebbe aver risolto il problema. Ci piacerebbe tornare alla normalità. Ma ci rendiamo conto che non dipende solo da noi ma da quello che diranno gli specialisti, gli scienziati e il Governo. Ci auguriamo di tornare a giocare il prima possibile. Ma non sappiamo cosa succederà da qui a qualche mese. Le uniche persone che oggi possono darci una direzione sono gli esperti e il Governo. Però dobbiamo evitare di sconfinare troppo nel prossimo campionato”.

TAGLIO INGAGGI. L’iniziativa dei calciatori della Juve sicuramente è stata lodevole e su questo non c’è dubbio. Il calcio è una nave che sta navigando in acque tempestose, per fare sì che continui a navigare tutti devono fare un passo indietro e darsi una mano. I momenti particolari necessitano di particolari riflessioni. Ogni società però ha le sue dinamiche. Il passo della Juve è stato anche giusto. Ma non ci può essere un protocollo. È un discorso che eventualmente affronteremo quando si capirà se partiremo o no”.

QUANDO SARA’ FINITO TUTTO… Sicuramente cercheremo tutti di tornare alla normalità, ma nulla sarà come prima. Ci saranno situazioni diverse. E dobbiamo pensare che ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità. Inizialmente dovremo cambiare tante abitudini. Credo che la prima cosa farò quando tornerò in sede sarà, anche se con la distanza del caso, un brindisi per lo scampato pericolo con tutti i collaboratori e la squadra, il presidente e il mister”.

SALVEZZA? Non ci spaventa. Stavamo facendo molto bene, nel giorno di ritorno avevamo fatto dieci punti mostrando salute e qualità. Non ci spaventa tornare in campo. Siamo nelle condizioni di poterci giocare le nostre carte. Non sarà facile riallacciare i fili. Ma se dovessimo tornare a giocare, ci faremmo pronti”.

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