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Lucioni a CL: “De Zerbi? Con lui crescita e scontri. Mi ha apprezzato, ma al suo Sassuolo ho detto no per…”

Il difensore giallorosso, ospite ieri della nostra diretta, ha parlato del suo modo di intendere il calcio, figlio soprattutto del gioco propositivo di De Zerbi e Liverani, i suoi ultimi due tecnici. Il nome dell’oggi guida del Sassuolo, poi, porta alla memoria il mancato trasferimento dello scorso gennaio.

Fabio Lucioni risponde così alla prima domanda sul gioco del Lecce, sì propositivo ma, dall’altra parte, avvezzo a rischi che hanno eletto i salentini come peggior difesa della Serie A. Lo Zio non si focalizza troppo sui numeri: Se analizzo i gol presi, non posso che essere dispiaciuto. Un difensore vive male quando la porta è violata. Vive male e cerca di migliorarsi costantemente. E’ anche vero che quando si è propositivi e propensi al possesso palla, essendo alla ricerca di attacchi con più uomini essendo più vulnerabili, sei contento lo stesso quando arrivano i risultati”.

LO STILE. “A me piace giocare a calcio, giocare con la palla. Anche azzardando delle giocate con la palla. Questa è la mia mentalità, inculcatami da De Zerbi, che ho avuto a Benevento, e Liverani. Cerco di fare quello e non solo”.

MOGLI E APPREZZAMENTI. Il nome di Roberto De Zerbi, oggi trainer del Sassuolo, evoca le sliding doors del gennaio 2019. Proprio i neroverdi emiliani corteggiarono Lucioni con un’offerta quasi irrinunciabile. Alla fine, però, la volontà di inseguire, e raggiungere, la promozione con il Lecce ebbe la meglio: “Ricordo mia moglie che si metteva le mani tra i capelli per fare un altro trasloco dopo quello fatto per venire a Lecce, dove stavamo già bene. A prescindere da scherzi e battute, credo che sia stata una dimostrazione importante. Nonostante con De Zerbi io abbia giocato poco, sono felice di avergli trasmesso qualcosa. Ci tengo a dirlo, significa che in poco tempo il mister aveva capito qualcosa di me, che potevo fare al caso suo. Ma non è stato solo questo. Abbiamo avuto degli scontri, con parole dette in faccia. Ha apprezzato la mia schiettezza”.

GRAZIE LECCE. Il centrale giallorosso poi continua: Qui la società è stata forte a rifiutare tanti soldi per me, 31enne. E’ stata una dimostrazione importante di una squadra che vuole continuare a crescere. Io mi sarei sentito come dopo aver lasciato qualcosa di incompiuto. Il trattenermi è stata una scelta societaria in primis poi sposata anche da me. Ringraziare mia moglie? Lei vuole il bene della famiglia, se non fossi stato bene qui, sarebbe stata al mio fianco e avremmo preso i nostri bagagli. Ha fatto sì una piccola parte, ma il resto lo abbiamo fatto noi con la società”.

Guarda qui l’intera puntata di ieri

Qui le considerazioni di Lucioni sul taglio agli stipendi preannunciato dalla Lega Calcio

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