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GdM – Olivera ricorda Sampdoria-Lecce 1-2 del 2011: “Quella vittoria ebbe un’importanza strategica per la nostra permanenza in A”

Il colpaccio messo a segno a «Marassi», nella gara contro i blucerchiati, il 10 aprile 2011, si rivelò un’autentica svolta, per il Lecce allenato da Gigi De Canio, nella corsa verso la salvezza.

La squadra giallorossa si impose per 2-1 sul campo di una diretta rivale, così come ricorda a La Gazzetta del Mezzogiorno (nell’intervista di Antonio Calò) Ruben Olivera.

RICORDI.Per caso, nei giorni scorsi, nel mettere in ordine alcuni filmati dei match che ho disputato nella massima serie italiana, mi è capitato tra le mani proprio quello di Sampdoria-Lecce del 2011 e l’ho rivisto, ma ricordavo comunque molto bene l’incontro, in quanto ebbe una importanza strategica per la nostra permanenza in A. Nonostante fosse aprile, la giornata era caldissima, quasi estiva. «Marassi» era stracolmo perché i tifosi blucerchiati erano consapevoli di quanto valesse la sfida. Uno spicchio dello stadio era occupato dai nostri supporter, giunti dal Salento e da tutto il nord Italia e proprio con loro festeggiammo, dopo il triplice fischio dell’arbitro che sancì il nostro successo”.

Il MIO GOL.Fu uno scambio veloce tra di Jeda e di Michele. Poi David servì un passaggio perfetto per il mio inserimento. Calciai con convinzione ed un difensore mi respinse la conclusione, ma la palla tornò verso di me, mentre il portiere (Gianluca Curci ndr) era a terra perché si era tuffato sul primo tiro. La mia nuova “botta” non perdonò e si insaccò. Una gioia enorme. A “Marassi”, contro i blucerchiati all’epoca guidati da Cavasin, il Lecce sfoderò una prestazione di altissimo livello, sia sul piano tecnico-tattico che su quello del temperamento”.

CUORE GIALLOROSSO.Il club salentino mi permise di tornare in Italia e di rilanciarmi. Dopo gli anni trascorsi con la Juventus e la Sampdoria, intervallati dalle esperienze con Atletico Madrid e Penarol, archiviato il campionato 2008/2009, disputato con il Genoa, avevo optato nuovamente per la casacca del Penarol, in Uruguay. Nell’estate 2010, però, mister De Canio mi contattò tramite il mio agente, proponendomi di firmare per il Lecce. Venni a parlare con lui e non ebbi dubbi circa la bontà della scelta. Nella società salentina, tra l’altro, militavano Giacomazzi e Chevanton, con i quali avevo giocato in nazionale. In giallorosso ho trascorso un’annata e mezza, trovandomi benissimo. Nel gennaio 2012 fui ceduto alla Fiorentina”.

TIFOSI STRAORDINARI.La piazza è straordinaria e può contare su una tifoseria che ha tanta passione. La città è bellissima e la gente ricca di calore umano. Ho più volte ipotizzato di tornare nel Salento per qualche giorno, ma ancora non l’ho fatto. Chissà che non riesca ad organizzarmi adesso, per vedere all’opera la mia ex squadra”.

LA MIA QUOTIDIANITA’.Ho una scuola calcio e continuo a cimentarmi serie D – sottolinea – Nel 2018/2019 ho indossato la maglia dell’Aprilia, mentre nella stagione in corso milito con l’Ostiamare. Il calcio è la mia passione. Il fisico è integro, mi diverto ancora e mi piace aiutare i più giovani a crescere, mettendo la mia esperienza al loro servizio. Continuo a seguire a distanza il Lecce ed apprezzo la filosofia di gioco di mister Liverani. Gli innesti operati dal club a gennaio hanno fatto compiere un salto di qualità di rilievo alla rosa”.

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