Il presidente dell’U.S. Lecce, ospite ieri della nostra diretta, ha esaminato gli ultimi sviluppi legati alle misure da adottare per far ripartire il calcio. Alla luce della deadline disposta dalla FIGC, si parla anche dell’applicazione del protocollo sanitario.
Saverio Sticchi Damiani esordisce ricordando l’orientamento del Lecce sulla questione della ripresa dei giochi. La compagine di via Costadura rispetta sempre la linea, esaltando la coerenza: “Ho detto da subito, e come club siamo stati sempre coerenti, che siamo disponibili a fare il bene del nostro calcio. Siamo tra i pochi club a non aver mai cambiato idea, e diverse società all’inizio dell’emergenza erano propense a prendere decisioni affrettate. Facciamo parte di una lega che ha anche e soprattutto degli obblighi, contratti alla mano. Non si può dire da un giorno all’altro “non mi va più”, cosa che ci sta di pensare dal punto di vista del gioco. E’ chiaro che la tristezza ti faccia pensare a quello, ma il calcio non è solo un gioco”.
Il calcio riveste ovviamente una focale importanza economica: “E’ un’industria che contribuisce fortemente al PIL e al fisco italiano – sancisce Sticchi Damiani – , che dà lavoro a tantissime persone, non solo ai calciatori. Per questi motivi abbiamo detto che se si decidesse di giocare per il bene di tutti, noi saremmo subito pronti a farlo. Ad un’unica condizione: quella di non intaccare la sicurezza pubblica, dunque solo con possibilità di contagio prossime allo zero”.
Una pietra miliare è però stata tracciata in caso di ripresa. Continua il numero uno di via Costadura: “E’ imminente l’ufficialità di data ultima per la Serie A al 2 agosto. Se si può arrivare ad una ripresa a rischio zero in tempo per tornare in campo e giocare l’intero campionato va bene, altrimenti vi sarebbero altre due possibilità. Una, come ha detto l’Uefa, contempla la possibilità di format alternative come playoff, si intende solo per chiarire chi possa andare in Europa e non chi può retrocedere. Altrimenti vi sarebbe il congelamento della classifica attuale, con conseguente annullamento del calendario e verdetti finali per i quali, come ho già detto, il Lecce non dovrebbe temere nulla“.
Il protocollo sanitario creato dalla FIGC è la prima misura per riprendere le attività: “E’ stato creato questo protocollo sanitario, presentato giovedì al Governo, ed ora è al vaglio del Ministero della salute. Si stanno dunque creando vari protocolli, ma pragmaticamente bisogna attendere l’apertura del Paese. A fare la differenza, ancor più della linea medica della FIGC, sarà la reazione della malattia alla riapertura della fase 2. La mia previsione è di una ripartenza soft degli allenamenti, in linea con i protocolli”.
Bisognerà però fare dei passaggi successivi: “Poi però si arriverà ad un bivio, quando si tratterà di accelerare per tornare in campo. Se la curva continuerà a scendere, allora si potrebbe passare allo step successivo, altrimenti sarà difficile allenarsi in ottica campionato. In quest’ultimo caso, o si rinvierebbe ulteriormente il tutto o ci sarebbe il già citato annullamento”.
