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Sticchi e la vigilia della Serie A: “Dall’infanzia a un successo vissuto in prima persona. Sapevamo di vincere”

Il presidente giallorosso affida a un post su Facebook il ricordo romantico della promozione in A della banda Liverani, che domani conoscerà il suo primo anniversario.

“Il 10 maggio del 2019 e’ un giorno che non avrei mai pensato di vivere nel modo in cui l’ho vissuto. Io ho sempre ricordato le vigilie più del giorno della festa, forse perché prima dell’evento è ancora tutto incerto, si può ancora determinare qualcosa, ma anche i sentimenti sono più complessi ed indecifrabili rispetto a quelli della festa in cui si può solo quantificare la misura della gioia”.

“Io ricordo ogni pensiero di quella vigilia, in particolare mi tornavano in mente immagini della mia infanzia: la scritta lemonsoda sulla maglia rossa, mio padre che mi portava a vedere i lavori notturni di un Via del mare da edificare in 90 giorni, le facce dei calciatori dell’epoca, così diverse da quelle di oggi, ricordo capitan Magistrelli, oppure i portieri, come Divo Vannucci che in quell’epoca avevano tutti enormi baffi”.

“Non faccio differenza tra i ricordi da tifoso o i ricordi da Presidente, per me hanno uguale importanza. Non sono più affezionato ad un particolare successo del mio Lecce per la sola vanità personale di averlo in parte determinato. Quando vivi il calcio in prima persona però oltre al ricordo di un fatto aggiungi il ricordo di un rapporto umano. È quella la grande differenza: io no so dire se mi ha fatto gioire di più un goal di Pasculli o uno di La Mantia, ma dietro ogni goal di Andrea c’è un vissuto che mi coinvolge, c’è una storia, un rapporto, un aneddoto che insieme a quel pallone vanno in rete”.

“Quando quella sera del 10 maggio ho cenato con la squadra, mister e dirigenti non potevo fare a meno di pensare all’intreccio di vite tutte sedute a quel tavolo, vite catapultate nella mia vita, nella mia città e nel mio stadio. Mille storie, le più incredibili, tutte sedute per un gioco del destino intorno a quel tavolo. La sensazione è che tutto fosse in equilibrio perfetto e che nessuno di loro sarebbe potuto essere in un posto differente da quello. Tutti sapevamo che saremmo andati in serie A, non per presunzione, ma perché sapevamo perfettamente di vivere una favola e volevamo viverla fino in fondo con la nostra gente. Il perché poi sia capitato proprio a noi una favola del genere, non sta a me dirlo. ?❤”

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