L’ex centrocampista giallorosso parla a La Gazzetta dello Sport (intervista di Pasquale Marzotta) del nuovo corso giallorosso e del suo futuro da allenatore.
LECCE DI CORVINO. «Il direttore mi ha scoperto, ma il calcio è cambiato rispetto a quel tempo. Sono curioso di vedere che tipo di lavoro farà Corvino in questo nuovo ciclo a Lecce. Mi vide per la prima volta in un torneo giovanile in Svizzera, nella stagione 1999-2000; arrivai a Lecce dopo una lunga trattativa. Alla fine, lui mi voleva e io ho accettato una proposta davvero importante. A conquistarmi è stata anche Lecce. Per un giovane è il posto ideale per emergere. Si è rivelata la mia terra promessa, perché ho trovato anche la donna della mia vita (la moglie Marta, da cui sono nati i figli Alice, 16 anni, e Daniel, 13 anni, ndr)».
CONSIGLI AL NEO DIESSE. «Certamente non tocca a me dare indicazioni. Spero che il direttore riesca a seminare, perché voglio bene a questa squadra e a questa terra. Bisognerà vedere chi va via e chi rimane. Come ha detto il presidente Sticchi Damiani, devono restare i giocatori convinti del progetto Lecce, quelli che vogliono dare tutto per questa maglia. E magari costruire una rosa con il giusto mix di esperti e giovani, che è facile trovare ma è difficile scovare quelli con qualità. Il campionato di Serie B è duro e lungo, ricco di incognite, lo sappiamo. Oltre ad avere qualità, bisogna avere continuità e non mollare».
CHI MERITA LA RICONFERMA? «Sicuramente Mancosu, per tutto ciò che ha dimostrato sul campo e perché rappresenta la crescita del Lecce dalla C alla Serie A. Il capitano ha dimostrato in questi anni qualità e grande attaccamento alla maglia. Spesso si è preso la responsabilità di calciare e realizzare tantissimi rigori. É chiaro che se dovessero arrivare proposte importanti di mercato per Mancosu, allora tutto cambierebbe».
SI ASPETTAVA LA ROTTURA CON LIVERANI? «No. Non riesco a capirla. Quando ero a metà agosto a Lecce, si parlava di un nuovo contratto; non potevo assolutamente immaginare questo epilogo così eclatante. Non sapendo cosa è successo nel dettaglio, non posso dare un giudizio. Non conosco Corini, ma merita fiducia per il percorso fatto».
FUTURO DA ALLENATORE. «Con la Ledesma Academy abbiamo iniziato a luglio 2019. Siamo molto contenti della prima stagione, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza Covid in questa annata così sofferta. Siamo riusciti a dare valori e idee ai ragazzi, quel che più conta. Come primo anno, abbiamo registrato l’iscrizione di circa 260 giovani, dai 5 anni all’under 17, coinvolgendo il calcio donne e il calcio a cinque maschile e femminile. Nel mio staff c’è anche mio cognato Marco Rizzo (fratello della moglie Marta e tra i protagonisti della covata giallorossa dei nati del 1985 nella conquista dei titoli italiani con la Primavera di Roberto Rizzo, ndr). È il mio vice anche sulla panchina della Luiss: dopo il mancato ripescaggio in Eccellenza, siamo pronti a partecipare ancora al campionato di Promozione».
IL PROSSIMO SOGNO. «Se ne sono già avverati tanti. Sono orgoglioso di avere creato una Academy con il mio nome, è già una soddisfazione speciale. Ora il mio obiettivo è quello di continuare a lavorare per diventare allenatore. Ho ancora tanto da imparare».