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La boa-Coda e due ali larghe ad inventare: il tridente “zemaniano” del Lecce firmato Corini

La tattica della linea offensiva giallorossa prende sempre più forma ed esalta le qualità di elementi come Falco e Listkowski.

Come la prima uscita stagionale con il Monopoli, anche il secondo sabato di calcio in casa Lecce, quello che ha visto i giallorossi testarsi con Nardò e Fasano, ha dato indicazioni utili a comprendere la forma che il nuovo corso sta assumendo. Il tempo a disposizione è stato poco, ma mister Eugenio Corini lo ha cercato di sfruttare al massimo per implementare il bagaglio delle sue nozioni tattiche a disposizioni di Mancosu e compagni.

Con il passato recente, è inutile negarlo, la “rottura” non è di poco conto, viste le non poche peculiarità di Fabio Liverani. Già la settimana scorsa ne abbiamo analizzate parecchie, concentrandoci su possesso palla e pressing. Oggi condividiamo un altro elemento di novità: il tridente offensivo.

TATTICA DI PARTENZA. In realtà non è certo la prima volta negli ultimi anni che il Lecce si trova a giocare con tre attaccanti davanti. Rispetto al passato, però, cambiano nettamente i posizionamenti di base delle punte nelle due fasi. Tralasciando i movimenti ad azione in corso, che mutano a seconda dell’andamento della stessa e dell’atteggiamento avversario, risalta il fatto che agli esterni viene chiesto di agire molto larghi, per poi tagliare solo in un secondo momento. La parte centrale è infatti tutta per Coda: niente falsi trequartisti, niente eccessivi accentramenti. Un “ordine” richiesto a gran voce anche nel corso delle amichevoli, una linea a tre, molto orizzontale e poco triangolare, che resta quasi sempre tale anche in fase difensiva.

IL LAVORO DI CODA. Alla luce di ciò, un lavoraccio spetta a chi agirà da centrale, ovvero Massimo Coda. Fulcro del gioco verticale che caratterizzerà il nuovo Lecce, la punta è chiamata ad andare oltre il solito lavoro di finalizzatore principe/lottatore tra le strette maglie della difesa avversaria. Non avrà infatti sponde costantemente vicine (come accade in albero di Natale, tandem o con trequartista a supporto). Dovrà fare tutta quella serie di movimenti, costanti e ben definiti, necessari ad offrire respiro all’intensa manovra ed aprire gli spazi ad inserimenti di mezzali e tagli di ali. Un compito fondamentale.

FANTASIA ZEMANIANA. Se Coda, o chi per lui, può essere la chiave tattica, le accelerate spettano agli uomini di fascia dell’attacco leccese. Falco e Listkowski, al netto delle qualità avversarie, sono stati esaltati dal gioco nelle prime uscite. A i piedi invertiti (quasi sempre) degli esterni è dunque affidata la fantasia, il taglio per il tiro, il cross o l’assist filtrante. Non essere prevedibili non sarà facile, dunque dall’esaltazione della tecnica delle ali passerà molto della pericolosità offensiva dei giallorossi. Una filosofia molto “zemaniana” che a Lecce non vedono l’ora di gustare.

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3 anni fa

Se, come ha detto Corini, Mancosu è nei 3 davanti, non può essere un 4 3 3 zemaniano.

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