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Pisacane, un guerriero per la difesa. Giocatore dell’anno 2016, il no al calcioscommesse: tutto sul neogiallorosso

L’ultimo acquisto del Lecce può vantare una carriera lunga, ricca di soddisfazioni e successi. Alcuni ben più importanti di una vittoria sul campo.

PisaDog. Così è stato ribattezzato dai suoi ex tifosi e così, Fabio Pisacane, ama firmarsi ed essere chiamato. Un soprannome, quello dell’ultimo arrivo in casa Lecce, che oltre al gioco di parole con il suo cognome dice molto del suo carattere arcigno, da lottatore vero in campo e, soprattutto, fuori. La storia del difensore è infatti di quelle che vale la pena vengano raccontato. Ben oltre una semplice scheda tecnica con cui presentare un nuovo acquisto.

Fabio Pisacane il 28 gennaio 1986 a Napoli, dove si innamora ben presto del calcio. Come tanti altri ragazzi cresciuti nei celebri Quartieri Spagnoli, zona popolare del centro storico partenopeo, anche il piccolo Fabio coltiva il sogno di diventare un calciatore professionista. E nel segno del suo idolo, Gabriel Omar Batistuta, si approccia ai primi passi nella scuola calcio napoletana La Celeste giocando da attaccante. Si fa subito notare da uno dei settori giovanili più produttivi della Campania, quello della Damiano Promotion Soccer, che lo prende con sé e gli cambia ruolo: da punta a difensore. Posizione che non piace subito al giovane Pisacane, il quale si ricrede ben presto vedendo anche i risultati che raccoglie nei vari tornei regionali e nazionali. E, dopo una rassegna giovanile a Misano Adriatico, ecco la chiamata del Genoa, che anticipa tutti e lo porta, assieme all’amico Criscito, nel settore giovanile rossoblu.

Qui l’appena 14enne Fabio inizia a respirare aria di grande calcio, a sognare concretamente il professionismo. Sogno che sembra spezzarsi quando, una mattina delle settimane successiva al suo arrivo a Genova, Pisacane si sveglia completamente paralizzato. Paura e corsa negli ospedali sono immediata, non mancano le visite specialistiche. Alla fine la diagnosi è terribile: sindrome di Guillain-Barré, una patologica neurologica che attacca il sistema nervoso periferico. Il futuro da calciatore è a rischio, ma qui c’è una battaglia ben più grande da combattere, quella della vita. Battaglia dalla quale Pisacane, dopo 3 mesi e mezzo trascorsi in ospedale, 20 giorni di coma e una paralisi alle braccia, ne esce vincitore con la testa così alta da sovvertire le previsioni dei medici, tornando alla normale vita da calciatore.

Il Genoa lo accoglie a braccia aperte, in rossoblu segue la trafila delle giovanili fino al debutto in prima squadra, giunto nella Serie B 2004/05 contro il Catanzaro. Seguiranno tre stagioni di formazione in prestito in terza serie, tra Ravenna, Cremonese e Lanciano, dove Pisacane affina la sua duttilità tattica nella linea difensiva. Nelle sue prime stagioni da titolare si disimpegna bene, tanto da attirare l’attenzione del Chievo, che lo rileva dal Genoa e lo gira in comproprietà alla Lumezzane. In rossoblu esplode definitivamente e, grazie a 32 presenze e 2 reti (le prime da Pro), si guadagna la chiamata dell’Ancona in Serie B, dove è girato in prestito.

L’approccio con i cadetti è positivo, ed i marchigiani si salvano senza eccessivi patemi. Nell’estate dopo, complice il fallimento dell’Ancona che ne deteneva l’opzione di acquisto, torna in C1 alla Lume, dove disputa un altro grande torneo con tanto di record assoluto di reti, 3. A quest’ultima stagione nel bresciano risale un’altra vicenda che lo ha visto grande protagonista in positivo. Il 14 aprile 2011, infatti, il ds del Ravenna Giorgio Buffone gli offre 50.000 euro per far vincere il Ravenna nella successiva partita contro la sua squadra, ma il calciatore rifiuta e denuncia il fatto. A seguito della sua presa di posizione è stato invitato anche dal ct della Nazionale Prandelli per visitare il ritiro degli Azzurri in vista di Euro 2012. In estate va in scadenza, ed accetta l’offerta dell’ambiziosa Ternana, sempre in terza serie. In rossoverde è protagonista assoluto della promozione, mentre l’anno dopo non riesce a ritagliarsi spazio tra i cadetti e nel 2013 saluta tornando per la prima volta nella sua Campania.

Veste infatti la maglia dell’Avellino, dove rimarrà per due stagioni: è il miglior periodo della recente storia del club neroverde, che nel 2015 conquista anche il playoff per la promozione in Serie A. Così, l’estate successiva, arriva l’occasione di potersela davvero giocare la promozione: c’è la chiamata del Cagliari. In Sardegna è subito protagonista assoluto della promozione ottenuta nel 2016, ma non solo.

Il 18 settembre 2016, in occasione del match con l’Atalanta vinto nettamente dai suoi per 3-0, fa il suo esordio in Serie A. Intervistato in mixed zone nel postpartita, Fabio non trattiene l’emozione. “Scusate, non ce la faccio”, e scoppia in lacrime. Troppa emozione, troppo vivido il ricordo della sofferenza, della lotta e di quella promessa di dare tutto sé stesso per raggiungere quel traguardo. E’ lì che Fabio Pisacane racconta la sua storia, una storia che fa subito il giro del mondo. Tanto che, nel dicembre dello stesso anno, il The Guardian, celebre testata inglese, lo premia come “Giocatore dell’anno”. Un riconoscimento giusto per un lottatore dentro e fuori dal campo.

Ma, tornando al rettangolo verde, le soddisfazioni non finiscono lì. In rossoblu arrivano infatti 4 salvezze su 4 stagioni, per un totale di 152 gettoni e 5 reti. Alcune di queste pesanti, come quella decisiva del 2-1 sul Milan nel 2017, la prima in A e l’ultima del Cagliari nel vecchio Sant’Elia. O ancora quella dell’1-2 in casa Chievo che vale ai suoi il passaggio agli ottavi di finale della Coppa Italia 2018/19. Fino ad arrivare alla stagione in corso, la prima in cui è relegato a comprimario da Di Francesco. Sarà un caso che il Cagliari dopo tempo si ritrovi pienamente invischiato a ridosso della zona retrocessione? Difficile saperlo. Pisacane spererà certamente di ritrovare il suo Casteddu in A, l’anno prossimo, con la sua nuova maglia, quella del Lecce. Per la quale, ne siamo certi, sarà pronto a lottare come ha sempre fatto.

RUOLO. Tatticamente Pisacane è utilizzabile in ogni ruolo di una retroguardia sia a 3 che a 4. Di base sarebbe l’ideale vederlo impiegato da centrale, magari al fianco di un elemento fisico, di stazza, vista la sua altezza contenuta. Può tuttavia disimpegnarsi egregiamente sulla fascia, garantendo massima copertura sebbene pagando, comprensibilmente, qualcosa in chiave offensiva.

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petermay
petermay
3 anni fa

Il grande rammarico degli amici cagliaritani, relativamente alla sua cessione, è per noi il miglior biglietto da visita. Benvenuto fra noi Sig. Pisacane; Lecce ed il Salento amano le persone…di cuore.

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