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Lecce ed Empoli, ambienti diversi ma obiettivi comuni: giovani, patrimonio e una A in cui consolidarsi

Tanti gli aspetti che accomunano i due club di provincia, su tutti lo score di tre stagioni di fila in Serie A come massimo.

Domenica al Via del Mare non si sfideranno solo due squadre che da inizio stagione lottano con l’obiettivo di tornare in Serie A. Si confrontano due modi di fare calcio che, se da un lato traggono origine da ambienti quasi opposti, dall’altro sono simili sotto tantissimi punti di vista.

Innanzitutto il doppio obiettivo tecnico: la promozione in Serie A in parallelo con la crescita del patrimonio societario. Ovvero dei calciatori, gli stessi che hanno consentito nei decenni a Lecce ed Empoli di raggiungere la Serie A ma anche di sostenerne le spese a suon di plusvalenze. Un vero e proprio mantra dalle parti del Castellani che è tornato in voga anche nel Salento con il ritorno di Corvino, maestro d’orchestra in quella realtà giallorossa fucina di talenti a cavallo tra i due millenni.

Patrimonio sì, ma giovani soprattutto. Da qui la necessità di ambo le parti di avere un settore giovanile strutturato, che possa in primis produrre canterani arruolabili ad alti e altissimi livelli. I salentini lo hanno fatto soprattutto negli Ottanta, regalando alla Serie A i vari Moriero, Bruno, Petrachi, Garzya e Conte, e nei Duemila, immettendo nel circuito internazionale Ledesma, Vucinic, Bojinov e Pellè. I toscani sono “esplosi” (fino a diventare il 34esimo miglior settore giovanile al mondo secondo il Football Observatory) ancor più recentemente, partendo da Di Natale, Maccarone, Montella, Lodi, Tavano&co fino ad arrivare a Rugani, Saponara, Traoré ed Hysaj o agli attuali Ricci, Damiani, Parisi, Zappella ed Olivieri.

E il futuro? Gli obiettivi sono chiari e simili. Riabbracciare dunque la Serie A, ma non per essere ascensore come spesso fatto. La voglia dei club è quella consolidarsi, di diventare solida realtà del calcio che conta ancor più che in passato. E battere quel record che, tanto per cambiare, accomuna giallorossi ed azzurri: non essere mai riusciti a giocare nell’olimpo del calcio italiano per oltre tre stagioni.

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Burak Yilmaz
Burak Yilmaz
3 anni fa

Con una differenza abissale. L’Empoli post retrocessione ha ricavato tanto dalle cessioni di Di Lorenzo, Krunic, Bennacer, Traore e Caputo. Parliamo di 30/40 milioni… di euro.
Il Lecce 2,8 da La Mantia l’anno scorso e 1,4 di Petriccione quest’estate.

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