Molto poco Lecce nelle sfide del passato con i lagunari. Lo storico Penzo si è confermato sempre un ostacolo ostico.

Dopo i preziosi successi con Reggiana e Chievo, il Lecce è chiamato a confermarsi in un importante scontro diretto sul campo del Venezia. Gara il cui coefficiente di difficoltà si presenta da solo, acuito dalla poca confidenza dimostrata in passato dai giallorossi con lo stadio Penzo. Le due formazioni si sono affrontate 13 volte nella loro storia nella Serenissima tra Serie A, B e C.

Il bilancio sorride agli arancioneroverdi: 5 vittorie a 1, più 7 pareggi. La primissima fu un match di Serie B 1929/30, che si concluse con il punteggio di 3-1 per i veneti. Per ritrovare la sfida successiva bisogna fare in salto di quasi vent’anni, nella cadetteria 1948/49. A quella stagione risale il primo punto ottenuto dal Lecce in Laguna: un 1-1 raggiunto grazie al gol di Celani. Ma non sarà quello l’intervallo di tempo più lungo intercorso senza un Venezia-Lecce.

Passeranno infatti ben 37 anni tra il 2-0 della Serie C ’54-’55 ed il 2-1 della B ’91-’92. Nell’annata successiva i giallorossi torneranno a fare punti con un altro 1-1 agguantato sempre in rimonta grazie ad un rigore di bomber Ceramicola a pareggiare lo scatto di Delvecchio. E’ nella quarta giornata della B vinta da Ventura nel 1997 che troviamo invece l’unica gioia leccese al Penzo. Era il 29 settembre 1996 ed i tanti tifosi salentini tra viaggiatori ed emigrati in Veneto esultarono grazie ad un autogol nel finale di Benetti.

Con l’inizio del nuovo millennio arriva subito il primo faccia a faccia di Serie A, conclusosi a reti bianche. Il ritorno in massima serie dei Leoni Alati due anni dopo porterà ad una nuova sfida salvezza, anche questa chiusa in pareggio: 1-1 grazie ai gol di Re Artù Di Napoli e di un appena 18enne Konan. Le squadre retrocederanno a braccetto, ritrovandosi nella successiva B in cui impatteranno 2-2. In gol doppio Fantini per i locali, Chevanton e ancora Konan per gli ospiti. L’ultimo precedente è invece quello di due anni fa, in cui l’undici di Zenga scappò con Citro venendo raggiunto un minuto dopo dal solito Palombi, già mattatore all’andata.