Vecchi e nuovi, grandi e piccoli, italiani e stranieri: per consolidarsi serviva tempo, ed ora il premio è in una squadra che si trova a memoria.
Gli abbracci, i sorrisi, le maglie e le pizze. E’ questo il contorno che da ormai quasi due mesi caratterizza l’ambiente interno al gruppo squadra Lecce, regalando terreno fertile ad una squadra che gioca benissimo, che è solida come mai prima e che, quasi come inevitabile e naturale conseguenza, raccoglie punti che è una bellezza. Un clima sereno come se i giallorossi fossero una neopromossa, ma che in realtà di superficiale non ha nulla. Semplicemente l’insieme di forti e promettenti singoli è diventato squadra.
Ieri, più che mai, ne abbiamo avuto la prova. Dopo un periodo d’oro, dopo la sosta, il Lecce era chiamato ad una prova di maturità di quelle importanti, contro una squadra che non prendeva un gol da 7 gare e non perdeva dal 5-0 di Empoli alla penultima di andata. Una corazzata in termini di solidità. Quanto venuto sul campo è affare noto, e dopo un quarto d’ora era chiaro che solo delle sfortunate circostanze avrebbero negato ai giallorossi i tre punti.
Sì, perché le trame impostate ieri da Corini seguivano un filo tessuto con maestria e che si protraeva sinuoso, con calma ed autorità, rendendo impossibile il gioco a degli avversari che dopo mezz’ora sarebbero anche potuti essere sotto di tre gol. In tanti, a quel punto, si sarebbero spazientiti. Non il Lecce, che ha avuto la pazienza di tenere il pallino del gioco con la giusta mentalità e cercare il momento propizio. Le prime 4-5 volte ai granata è andata bene, poi Pettinari ha deciso che era il momento di dare la sterzata al match.
Superiorità tecnica, superiorità tattica, superiorità in tutto. Qualcosa che certamente il Lecce aveva nelle corde già all’andata, per non dire già a settembre. E allora cosa mancava? Gli ingredienti c’erano tutti, il lavoro paziente (e corredato di fiducia societaria) del mister ha fatto il resto. La vera svolta, però, è arrivato con il consolidamento del giusto spirito collettivo. Lo stesso che quando ne difetti ti toglie forza più di infortuni e Covid, ma che quando arriva al top è capace non solo di farti esprimere ogni qualità al meglio, ma anche di esaltartele. Permettendo anche il classico “gettare il cuore oltre l’ostacolo”, qualora ve ne fosse bisogno.
Ebbene, se i giallorossi ci stanno facendo così tanto sorridere e divertire è grazie al compimento di questo processo. Ci è voluto del tempo (pretenderne di meno era da illusi) ma, alla fine, il gruppo è diventato branco. Ed ora il Lecce può volare.
Complimenti Alessio
Bellissimoooo pezzo
Adesso c’è il branco, sarà difficile per tutti
Bravi tutti, ma occorre rimanere concentrati fino alla fine, ci sono altre sette finali a partire da Pisa, altrimenti quanto fatto finora sarà vano
E’un piacere vedervi giocare, uno per tutti e’ tutti per uno,forza Lecce sempre e ovunque.