Abbiamo chiacchierato con un tifoso del Lecce distante 15636 chilometri dal capoluogo salentino. L’indonesiano Ahmad Syawal Kurniawan ci racconta la particolare passione per i colori giallorossi nata più di vent’anni fa.

Nell’era dove ormai dei social network si tende spesso a sottolineare l’aspetto negativo del loro uso (talvolta abuso) è bello riscoprire i benefici che lo strumento innovativo ci regala ogni giorno, permettendoci di entrare in contatto con realtà lontanissime. A Makassar City, metropoli di un milione di abitanti e importante porto dell’Indonesia, vive Awank, che si presenta così prima di parlare di calcio e del Lecce: “Mi chiamo Ahmad Syawal Kurniawan, ma tutti mi chiamano Awank. Sono nato a Kendari City, un centro nel sud-est della provincia del Sulawesi. Ora però vivo a Makassar City, a sud della stessa provincia del Sulawesi, centro lontano 45 minuti d’aereo dalla mia città natale”.

Come mai ti sei affezionato al Lecce?

“Scoprii il Lecce durante la stagione 1997/1998. Quando avevo 12 anni amavo già guardare e seguire tutte le notizie sportive, particolarmente del grande calcio europeo, in previsione della Coppa del Mondo 1998. Mia mamma comprò un giornale sportivo e lessi con attenzione la pagina della Serie A italiana. Notai una squadra con un nome unico lì, Lecce. Mi sembrava strano. Nella mia testa risuonavano le parole fango (in indonesiano lumpur, ma dal suono simile) e fangoso (in indonesiano becek) e in quel momento il Lecce era in fondo alla classifica. Da lì cercai di seguire sempre le sorti di questa squadra. Ho visto per la prima volta degli highlights di una gara del Lecce durante un telegiornale indonesiano del mattino. Fecero vedere un filmato di una partita dove il Lecce indossava una maglia nera da trasferta con delle piccole strisce giallorosse. Ai miei occhi, quella casacca sembrava un arcobaleno. Con il tempo, la mia passione proseguiva. Da bambino, mi piaceva disegnare e, durante un’ora di disegno a scuola, dipinsi un giocatore del Lecce durante una partita. Quando tornerò nella mia città natale, cercherò il quaderno di allora a casa dei miei genitori. Vorrei proprio mostrarvelo, ma parlo di un qualcosa accaduto 23 anni fa, sarà difficile trovarlo ma ci proverò”.

Hai seguito il Lecce per tanti anni. Chi sono stati, e magari chi sono tuttora, i tuoi calciatori preferiti?

“Nelle stagioni seguenti mi impressionarono le prestazioni di David Balleri, Alberto Savino e David Sesa. I miei ricordi più belli risalgono però all’arrivo e alla storia sportiva di Javier Ernesto Chevanton, il mio giocatore del Lecce preferito. Amavo la sua velocità, i calci di punizione e i dribbling stretti. Ammiravo il Lecce anche per dei giocatori che sono stati fedeli per molti anni: Conticchio, Viali, Giacomazzi, Piangerelli e altri. Anche se oggi c’è un altro condottiero come Marco Mancosu, che stimo, il mio calciatore preferito resta e resterà sempre Javier Ernesto Chevanton”.

Sei mai stato in Italia o in Europa? Ti piacerebbe un giorno conoscere dal vivo Lecce e il Lecce?

“Non sono mai stato in Italia o all’estero, non ho abbastanza soldi per viaggiare fuori dall’Indonesia. Mi piacerebbe però, un giorno, riuscire a vedere una partita del Lecce dal vivo al Via del Mare. Quando riuscivo a vedere delle partite in TV, mi piaceva vedere la passione dei tifosi in quello stadio, con la curva senza copertura. Mi piacciono gli stadi come il Via del Mare, aperti, danno l’impressione di ospitare tantissime persone, creando così un’atmosfera elettrizzante. Spero che il Lecce si rinforzi con buoni giocatori, capaci però di essere anche fedeli al club. In più, mi auguro che la crescita della squadra prosegua di pari passo con quella dei giovani calciatori, magari da non vendere troppo in anticipo”.

Com’è essere un tifoso di una piccola (e lontanissima) squadra in Indonesia?

“Nella mia città, non esistono fan club di piccole squadre come il Lecce. In ogni caso, non è mai stato un problema. Forse sono strano, ma non so, con il Lecce per me è stato amore a prima vista. Nella mia città, e in genere in Indonesia, poi, diventa ancor più difficile trovare persone che addirittura conoscano dei piccoli club. Chissà, magari c’è qualcun altro come me, ma credo ce ne sia al massimo 1 su 10 milioni di abitanti”.

C’è qualche episodio che ricordi in particolare?

“Racconto una storia. Quando ero bambino avevo un bambino che era fan di Batistuta e della Fiorentina. Un giorno, però, lo vidi iscriversi all’Inter Club. Gli chiesi ‘perché? Hai cambiato la tua fede?’ Mi disse di no. ‘La Fiorentina è sempre il mio amore, ma qui non esistono delle ‘communities’ di tifosi viola. Mi sono iscritto all’Inter Club per socializzare, giocare a calcio e conoscere il football europeo’. Lo feci anch’io, ma solamente per quegli scopi. In Indonesia è facile informarsi sui grandi club, si trovano notizie e club dovunque. E’ diverso però conoscere meglio un piccolo club, ed era ancor più difficile quando ero piccolo. Alla fine degli anni Novanta e nei primi anni Duemila, solo dei giornali cartacei e delle trasmissioni TV parlavano di calcio italiano, occupandosi però per il 99% dei grandi club. In diretta, poi, solo due o tre volte era mostrata la partita del Lecce. Quando non riuscivo a vederlo, e accadeva spesso, aspettavo il giornale del giorno dopo, o il servizio di pochi secondi coi gol, per sapere come fosse andata la gara”.

Ora però è diverso…

“Con internet siamo fortunati, possiamo seguire gli sviluppi di ogni club che amiamo anche se siamo dall’altra parte del mondo. Ciò è difficile anche per un tifoso appassionato come me, ho aspettato tanti anni per avere una maglia del Lecce perché, come potete immaginare, nessun negozio sportivo le vende qui. Ne ordinai una online, è l’unico canale per avere qualcosa del Lecce. Amo vestire la maglia giallorossa ovunque, anche se molte persone, magari tifose di grandi club europei, mi guardano strano e, non conoscendo la squadra, ridono perché mi vedono ‘diverso’. Io li lascio ridere, anzi viene a me da sorridere guardando loro, tutti uguali a seguire i loro squadroni.”

Ti ringraziamo per la piacevole chiacchierata, sicuramente sei uno dei tifosi del Lecce più lontani dal Salento e la tua storia resta particolare.

“Ringrazio voi per le domande. Desidero mandare i miei migliori saluti a Javier Chevanton, il mio idolo. Anche se non gioca più a calcio, io continuo a “usarlo” a PES sulla Playstation. Spero di riuscire un giorno a vivere l’atmosfera calorosa del Via del Mare con gli spalti aperti a tutti i tifosi giallorossi”.