Il confronto tra le divise del Lecce 2021/22 e quelle viste nel recente passato della storia del club giallorosso.

La gloriosa maglia del Lecce in ogni sua versione annuale è l’icona evocativa simbolo per ogni tifoso giallorosso. Ad essa sono legati ricordi, gioie e sofferenze per le rivivere emotivamente le quali basta un piccolo sguardo a questo o a quella divisa in particolare. Ecco perché ogni qualvolta ne vengono presentate di nuove, per quanto innovative il paragone con il passato non può assolutamente mancare. E quest’anno non fa eccezione.

TANTO GIALLO E PIU’ CHIARO, COME NEL ’90. La nuova prima maglia “spezza” rispetto alle recenti consuetudini per la presenza ben maggiore del colore giallo, in netta dominanza rispetto al rosso e, soprattutto, rispetto ad un blu quasi scomparso se paragonato alla più netta presenza del colore di contorno nelle ultime annate. Per questo ricorda un po’ la “maglia sole” dell’ultima A, ma soprattutto quella firmata Adidas del 1990/91.

Nell’occasione, infatti, le maniche si presentavano gialle nella loro interezza, proprio come quest’anno (caratteristica rivista solo nella stagione successiva di B, poi sempre giallorosso o rosso), ma non solo. In comune con l’amatissima tenuta sponsorizzata Dreher c’è anche la presenza di un giallo più chiaro, quasi pastello rispetto all’acceso giallo limone tipico dei colori sociali del Lecce. Quasi identica anche la misura delle righe verticali, l’unica grande differenza è, chiaramente, nella presenza del blu, per quanto limitato alle striature della parte inferiore e nei calzoncini.

PIETRA LECCESE DOCET. Più recente il “ritorno” visto sulla divisa da trasferta, che riabbraccia l’amatissima pietra leccese dopo appena tre stagioni. Nella penultima Serie B, quella 2018/19, M908 esordì presentando una seconda uniforme per metà bianca e per metà caratterizzata dalla presenza di un chiaroscuro ripercorrente l’effetto della pietra “a vista” che caratterizza le classiche abitazioni salentine.

Un tocco d’arte implementato ulteriormente dalla riproduzione, stavolta, del bellissimo rosone della Basilica di Santa Croce, tra i più bei simboli della città di Lecce. Anche stavolta una barra diagonale a “spezzare” il gioco di ombre, con la differenza, stavolta, di un giallorosso più spesso ed evidente, ad esaltare ancor più l’effetto 3D che i richiami barocchi vogliono andare a creare. L’ultima volta il barocco “ci portò” in A. Chissà se sarà ancora fortunato.

UNICUUM…O QUASI. La terza maglia è, senza dubbio, quella maggiormente innovativa nella sua totalità. Mai si era vista una foto ritraente i tifosi stampata sull’uniforme da gioco, mai si era registrata la presenza del verde fluo su una divisa del Lecce. L’alternanza di presenza tra blu scuro e azzurro, invece, non è una novità. Fu infatti molto apprezzata nella stagione 2001/02, quando la terza divisa era poco meno che a metà tra i due colori.

Ancor più bella fu la versione bicolore del 2005/06, dove più che una netta separazione vi fu una sfumatura tra la parte più chiara e quella più scura con lo stemma del club sullo sfondo. Purtroppo la bellezza della divisa non coincise con le fortune sul campo, visto che in entrambe le annate fu ritorno in B. Stavolta la novità della più “futurista” dei tre kit ufficiali ha raccolto pareri contrastanti. Magari andrà diversamente anche sul campo.