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Corvino: “Vogliamo portare il Lecce dove merita, è una sfida da vincere insieme!”

Il direttore tecnico ha introdotto gli obiettivi della prossima stagione, dando anche segnali inequivocabili su alcune scelte di mercato.

VIA. “Oggi comincia un’altra stagione. La società dice chiaramente gli obiettivi. Noi vogliam ao portare questo territorio dove merita, lo merita il territorio e faremo di tutto. E’ una sfida, se ci troveremo tutti insieme possiamo vincerla, perché pur non avendo i mezzi degli altri abbiamo qualcosa in più degli altri: la voglia. Siamo tutti leccesi e vogliamo vedere questo territorio al massimo. Dobbiamo pensare in questo modo, da intenderla come una sfida”.

PUNTI DI FORZA. “La mia proprietà non ha le armi di altri club, ha però la passione per questo club e verso tutto quello che facciamo. Questa sfida va fatta insieme. Tutto è criticabile e noi siamo qui ad esporci a tutte le critiche. Io posso essere criticato per un giocatore, perché lo porto a zero e perché poi lo cedo per vari motivi. Bene, mi prendo le critiche e lo cedo subito. Voglio essere criticato per questo. Mi piacerebbe essere criticato per scelte che portano danni”.

NESSUN PASSO INDIETRO. “Quest’anno non cambia nulla: vogliamo far crescere questo club e oggi è la dimostrazione. C’è un miglioramento degli uomini, vogliamo crescere e patrimonializzare. Lo stiamo attuando. Quanti calciatori ora non sono di proprietà dopo nove mesi? Solo uomini su cui avevamo dei dubbi, che non gli abbiamo riscattati. I dubbi sono di natura tecnica e comportamentale. Questa società si deve identificare anche per quello che succede fuori dal campo. Quando ci sono calciatori bravi in campo che poi non ci sono più vuol dire che c’è dell’altro. Noi siamo dentro certe dinamiche, non siamo degli stupidi a farci male. Abbiate fiducia in noi. Non ci facciamo male per primi lasciando andare gente brava. I migliori stiamo cercando di tenerli. Qualcuno che è bravo e non c’è… non è qui per alti motivi”.

ETA’. “Continueremo a patrimonializzare la rosa e la ringiovaniremo. C’era un’età media di 29 anni al mio arrivo, ora è di 25 anni. Solo il Lecce l’anno scorso ha usato i 99/2000 e 2001. Tuia porta esperienza, Calabresi porta esperienza anche se è un 1996. Olivieri ha 21 anni, Bjarnason ne ha 20, Helgason 19, Gendrey 21. Se questo non è mantenere le premesse, cos’è? I giovani vanno aiutati da noi e in campo da elementi con esperienza”.

TEMPO. “Ci vuole un periodo fisiologico per cercare di mirare al massimo, ci proveremo, è una sfida che vorremo fare e la vogliamo fare insieme. Cercheremo gli obiettivi con un equilibrio economico, che quest’anno vale ancora di più rispetto al passato. State vedendo club che falliscono. A volte si vuole fare il passo seguendo sapientoni del calcio che incitano a fare cose che un club non deve fare. Noi non andremo incontro a certe situazioni pur di dimostrare con umiltà i nostri limiti. I limiti però ci permettono di fare delle cose giuste, le cose ingiuste portano al fallimento”.

GLI SVINCOLATI DEL CHIEVO. “Noi non possiamo andare a prendere giocatori appetibili però con un ingaggio importante, che altererebbero i nostri equilibri. Questo con molta chiarezza e molta schiettezza. Certi giocatori è logico che sarebbero da Lecce, ma, sapendo che è libero, ci chiedono cifre che non ci possiamo permettere. Noi facciamo le cose che ci è possibile fare. Noi abbiamo la presunzione di fare una sfida, ma con queste risorse”.

IL LAVORO TRA CORVINO E TRINCHERA.Come sarà strutturato il lavoro? Io ho già detto prima che un club che si rispetti si deve considerare un’azienda. Non va considerato come squadra di calcio e basta. E’ un’azienda. Il Lecce da nove mesi a questa parte ha un’organigramma con un mansionario molto più dettagliato seguendo un mio modello di lavoro. Una proprietà sceglie il responsabile di un’area, il Lecce ha scelto un nome e il responsabile propone dei direttori con cui insieme si pianificano le azioni figlie del budget e dei dettami societari. La scelta degli uomini è figlia di queste considerazioni. Tutti inseguiranno l’obiettivo pianificando in sintonia quello che c’è da fare. Un club non deve crescere non solo a parole, deve farlo coi fatti.

PRIMAVERA. “Io sono stato sempre tanti anni nei club dove lavoravo perché c’era sintonia, qui non c”è fatica a far capire cosa è importante, settore giovanile, evitare nomi, attrezzature e altri aspetti come il potenziale patrimonio che ci può essere dietro un calciatore. Qui faccio un po’ più fatica nel settore giovanile ma chiedo degli straordinari a chi mi affianca. Quelle risorse sono molto importanti e in nove mesi abbiamo una squadra in A/1, anche quella sarà una sfida. Mantenere la A/1 sarebbe come vincere uno scudetto, le avversarie hanno calciatori cresciuti dai pulcini, noi li avremo tra 6-7 anni con questo modello. Affronteremo un campionato che è come l’Everest ma cercheremo di equipaggiarci con ossigenatori adeguati.”.

TANTO LAVORO. “Io sono partito con quattro giocatori ereditati dalla serie A: Shakhov, Vera, Benzar e Gabriel. Gli altri erano giocatori di B e C. Noi stiamo cercando, pianificando a partire dagli uomini, di restare coi piedi per terra e aiutarci costantemente. Certi giocatori provo a portarli ma anche se i nomi escono devo ammettere, non smentendoli, che non sono avvicinabili. Helgason è un interno, ‘tuttocampista’ lo dice il mister. Se lui vede altre potenzialità bene ma io l’ho portato per fare box to box. Noi abbiamo una difesa a quattro, il mister poi vuole dei tuttocampisti a centrocampo capaci di difendere e offendere.

VERA RAMIREZ. “Vera? Quando si parte dall’inizio con il nostro modello universale e con un allenatore siamo attenti al ragazzo. Per quanto mi riguarda, e il ragazzo lo sa, il calciatore deve immaginarsi come una macchina. E’ una Ferrari nel motore, ma ha bisogno di una carrozzeria e di uno sterzo per essere completo. A volte deve migliorare per sapere dove va. Giocando sulla linea difensiva, deve sapere che bisogna difendere meglio.”.

ZUTA. “Si è trovato in difficoltà in questo modello coordinato con Baroni. Abbiamo bisogno di esterni che offendono. Lui veniva da due squadre in cui giocava titolare, qui è rimasto indietro nelle gerarchie e, a fronte di una richiesta di una squadra di Serie A, lo abbiamo lasciato andare”.

SINERGIA PRIMA SQUADRA SETTORE GIOVANILE. “Aggiungo qualcosa, figlia della nostra visione di calcio. Noi, dando importanza al settore giovanile quanto la prima squadra, non possiamo non lavorare in sinergia col settore giovanile. Il Milli della situazione lo devo dare alla prima squadra perché c’è sinergia anche di moduli e metodi di gioco. Se l’allenatore vuole gli esterni, dal settore giovanile devono uscire esterni offensivi pronti per l’allenatore. Questo è un modello universale e non posso avere in squadra elementi che poi devo cedere perché non troverebbero posto nello schieramento della prima squadra. Dobbiamo tenere conto di quello che esce dal vivaio”.

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Giovanni Grasso
Giovanni Grasso
2 anni fa

solo ammirazione, 👏👏👏💛❤️

AL
AL
2 anni fa

Tutti uniti con questa nostra umana e umile società giallorossa!

Commento da Facebook
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2 anni fa

Credo che più chiaro di così non si potesse essere. Il modello che questa società sta perseguendo è quello di un calcio sostenibile. Per farlo ci vogliono anni. Quindi bisogna portare solo pazienza. Chi vuole vincere subito vada a tifare altre squadre. Questo il succo.
❤💛

Giuseppe milli
Giuseppe milli
2 anni fa

Felicissima sera a tutti syi signori ngravattati e a chissà cummitiva cussi allera..

AL
AL
2 anni fa
Reply to  Giuseppe milli

Prima li siculi moi li napulitani, la prossima citamu puru li algerini francesi : peccato per chi non sa godere delle fortune che ha (Camus)

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