Il calciatore uruguaiano è attualmente indagato per falsa testimonianza dopo l’assoluzione di due ultrà del Lecce per una presunta minaccia.
Il terzino ex giallorosso, ora in forza alla Triestina, è sotto inchiesta insieme alla moglie per l’episodio che risale al 19 aprile 2015, a margine del derby con il Foggia vinto 1-0. Secondo la prima ricostruzione di quanto accaduto, crollata nel procedimento conclusosi con l’assoluzione piena degli imputati, due ultras del Lecce lo avrebbero gravemente minacciato, davanti alla moglie e ai due figli piccoli, di spiacevoli conseguenze se il calciatore non avesse proceduto a informare il mondo dell’informazione locale del mancato pagamento da parte dell’allora proprietà del club, la famiglia Tesoro, degli stipendi della squadra. E, prima ancora, – si legge su LeccePrima- all’uruguaiano sarebbe stato “rimproverato” di aver ignorato il pubblico presente allo stadio, lasciando il terreno di gioco appena terminata la partita invece di salutare i tifosi. Oltre alle minacce, anche strattoni, insomma un clima di intimidazione che avrebbero indotto Lopez addirittura ad allontanarsi dalla propria abitazione, temendo ulteriori ritorsioni.
In tribunale, questa versione non è stata confermata ed il caso si è di fatto capovolto, tanto che il giudice Stefano Sernia ha disposto la trasmissione degli atti processuali alla Procura, ipotizzando il reato di falsa testimonianza mentre i due ultras scontavano 6 anni di Daspo. Ora si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari, Alcide Maritati, sulla fissazione della prima udienza. La verità giudiziaria ha per il momento appurato che non ci sono state minacce all’indirizzo di Walter Lopez, tantomeno aggravate dalla presenza di minori durante l’episodio.
